«Non basta assolutamente essere attori, aedi si nasce». Potremmo prendere per buona questa definizione che Carmelo Bene dà di se stesso, nel 1982 al Palazzo dello sport di Milano, per ricordarlo oggi in occasione del ventennale dalla morte. E sarà proprio quell’evento – lettura, concerto, «svelamento» dei Canti orfici di Dino Campana – ad aprire venerdì 18 marzo, dall’1.20 di notte su Rai3, il lungo ciclo A viva voce: Carmelo Bene per sempre che Fuori Orario dedica al grande interprete, con apparizioni televisive e filmiche, prove teatrali, materiali rari grazie anche alla ricerca negli archivi delle sedi regionali. La trasmissione ha sempre seguito e amato Carmelo e rende lui omaggio iniziando proprio da questo filmato registrato dalla Rai di Milano e andato in onda soltanto una volta quarant’anni fa.

ERA MARZO anche in quel 1982 quando si radunarono settemila spettatori a «scatola chiusa», sapendo solamente che sul palco ci sarebbero stati Carmelo Bene e Flavio Cucchi, «il più grande compositore per chitarra esistente» secondo CB, che accompagnò l’intensa lettura con le melodie melanconiche di Heitor Villa-Lobos. «Perché la sorpresa sul contenuto della serata?» chiede il presentatore, «perché la poesia è sempre in qualche modo sorpresa», risponde Carmelo con quel suo tipico senso del parossismo che ogni volta illuminava però qualcosa di vero e impensato. «Me li assumo io i rischi nei confronti di questo poeta, la filologia italiana non l’ha mai fatto. Non si tratta di interpretare né di riferire il verso, è quello che qualcuno si ostina a non capire: l’essere buca sempre l’esistenza». C’è qui la vocazione profondamente filosofica, inscindibile dal percorso artistico di Bene, una battaglia tenace e per lo più solitaria che aveva poi in ultima analisi a che fare con come approcciarsi ad un testo, per coglierne il nucleo vivo e trovare la strada per conferirgli una forma attraverso la voce vibrante dell’aedo. Questa bellissima restituzione di Campana lascerà il posto, venerdì notte, ad un altro filmato trasmesso finora solamente nel 1985, l’Adelchi al Teatro lirico di Milano, con il percussionista Antonio Striano e orchestra e coro della Rai per il bicentenario della nascita di Alessandro Manzoni. Chiuderà la programmazione il film del 1969 di Mario Schifano, Umano non umano, in cui – accanto a Mick Jagger, Keith Richards, Sandro Penna, Adriano Aprà e Alberto Moravia – Carmelo Bene fa la sua apparizione inquieta insieme ad Alexandra Stewart in un letto che è una società, una relazione, un mondo ormai impossibile da abitare con naturalezza.

SI INTRECCERÀ poi all’omaggio di Fuori Orario un altro omaggio, quello del Teatro Argentina di Roma, curato da Luisa Viglietti, Stefania De Santis e l’associazione L’orecchio mancante e intitolato Il congedo impossibile. L’evento si svolgerà lunedì 21 marzo alle 19, l’ingresso sarà gratuito in questa serata in cui diversi artisti e artiste del panorama contemporaneo saranno chiamati ad un’interessante esplorazione delle fonti beniane, in una sorta di controcanto alla sua opera attraverso i testi amati. Filippo Timi leggerà Schreber con le Memorie di un malato di nervi, Marco Foschi L’uomo che ride di Victor Hugo, Federica Fracassi indagherà quel rapporto con la filosofia recitando brani di Deleuze e Guattari, Silvia Pasello leggerà alcune poesie di Laforgue e Iaia Forte alcuni testi di Elsa Morante; infine, Il critico come artista di Oscar Wilde verrà ripreso da Lino Musella e Paolo Mazzarelli. A conclusione della serata sarà proiettato il documentario di Monica Maurer Carmelo Bene. Un ritratto, testimonianza della quotidianità domestica e lavorativa di Bene con un dialogo impossibile con Pier Paolo Pasolini. Sarà infine mostrato in prima assoluta Becoming Salomè, frammento inedito girato da Maurer in Super 8 nel backstage del film Salomè.

ALCUNE IMMAGINI di questa serata verranno in seguito mostrate nella seconda puntata del ciclo di Fuori Orario, il prossimo 1 aprile. Ad accompagnarle numerosi materiali relativi all’Otello – trasmesso in loop proprio all’Argentina venti anni fa quando Carmelo morì – tra cui interviste e tagli dalle 15 ore di girato per la messa in scena del 1979. L’omaggio proseguirà per tutto il mese di aprile, con gli spettacoli Manfred, Hommelette for Hamlet, In-vulnerabilità di Achille e terminerà con un’intera notte dedicata al rapporto dell’attore con il calcio. Tra le tante visioni che il ciclo ci regalerà, c’è la versione integrale della trasmissione Modi di vivere dedicata a Giorgio Colli. Oltre ad alcuni passaggi dallo Zarathustra, Bene legge brani dai testi del filosofo che curò insieme a Mazzino Montinari la pubblicazione dell’opera completa di Nietzsche. Carmelo è completamente calato in quell’enunciazione dalle vette altissime, e ancora una volta non c’è nessuna «interpretazione» – c’è il cogliere un pensiero rendendolo vivo, per una trasmissione possibile fondata sull’affinità.