«Venite a vedere cosa succede nei campi, così vi renderete conto di quali sono le condizioni in cui lavorano i braccianti». Quando risponde al telefono Aboubakar Soumahoro è appena uscito dall’obitorio dove si trovano le salme dei braccianti morti nell’incidente di lunedì. «Adesso vado in ospedale a trovare i feriti dell’altro incidente, quello avvenuto sabato, due dei quali sono in rianimazione», spiega il sindacalista del Coordinamento lavoratori agricoli dell’Usb. Oggi i familiari dei 16 braccianti che hanno perso la vita e i loro compagni di lavoro nei campi parteciperanno alla marcia dei «berretti rossi» che dall’ex ghetto di Rignano attraverso i campi arriverà fino alla prefettura di Foggia.

Soumahoro sedici braccianti morti in meno di 48 ore, una strage.
Per noi sono morti sul lavoro e chiediamo che siano attivate tutte le procedure e tutti gli istituti competenti perché vengano accertate le condizioni in cui queste persone lavoravano. Stiamo parlando di braccianti che stavano rientrando dal luogo di lavoro dopo essersi svegliati alle tre del mattino. I padroni delle aziende agricole dovrebbero garantire il trasporto, ma si ritrovano con norme contrattuali che allontanano la possibilità per i braccianti di vedersi riconosciuto il diritto ad avere mezzi di trasporto adeguati che li trasferiscano da casa al campo di raccolta e viceversa. Alcuni contratti provinciali prevedono che i campi si trovino entro 40 chilometri, ma è chiaro che non è sempre così. Se chiediamo maggiori controlli è perché vogliamo che vengano contrattualizzati i braccianti e fatto in modo che i contratti vengo rispettati, altrimenti sono solo carta straccia. Ci sono persone che lavorano 12 ore al giorno e si ritrovano con una paga inferiore a quanto invece gli sarebbe dovuto. Braccianti che si spaccano la schiena e vengono pagati meno di quanto previsto dal contratto provinciale oppure che in un mese lavorano venti giorni ma si ritrovano solo tre giornate dichiarate. Questo significa che non avranno i requisiti per l’indennità di disoccupazione agricola pur avendone diritto. Occorre fare attenzione ed evitare generalizzazioni utili solo a coprire le responsabilità delle aziende. Io invito tutti a venire nei campi per vedere cosa sta succedendo.

Il premier Conte è venuto a Foggia insieme al ministro degli Interni Salvini e ha promesso maggiore dignità per il lavoro dei braccianti.
Parliamo di cose concrete: non è certo reintroducendo i voucher in agricoltura che si dà dignità ai braccianti. Non a caso nello sciopero che faremo domani (oggi, ndr) questo sarà uno dei temi principali, oltre a dire basta ai morti sul lavoro e allo sfruttamento. Il decreto dignità è uno forma di legalizzazione dello sfruttamento. Quando era vice presidente della camera Di Maio definì i voucher una forma di legalizazione della schiavitù. Se lo erano ieri, lo sono oggi più che mai. Chiediamo al ministro Di Maio di rispettare l’impegno preso con noi e di convocare il tavolo ministeriale con le associazioni dei padroni, noi come lavoratori, la grande distribuzione, il ministero delle Politiche agricole e gli enti locali per creare insieme una rete sull’intera filiera.