I guai del Venezuela non sono finiti. Questa volta a colpire il paese è una grave emergenza dovuta alla straordinaria ondata di calore e alla siccità provocata dal fenomeno meteorologico El Niño.

A essere danneggiata è la centrale idroelettrica Simon Bolivar, la seconda più grande dell’America, nello stato di Bolivar (nel sud). Il livello critico dell’acqua nel Guri ha generato un drastico abbassamento della produzione idroelettrica, che ha colpito l’intero sistema energetico del paese. Per far fronte all’emergenza, il governo di Nicolas Maduro ha varato un piano speciale di risparmio energetico e ha chiesto aiuto agli esperti delle Nazioni unite.

Intanto, come misura immediata, il mercoledì e il giovedì saranno giorni feriali per gran parte del settore pubblico. Già da alcune settimane si era deciso che il venerdì gli impiegati pubblici sarebbero rimasti a casa. Al contempo è stato varato un piano di razionamento che interessa soprattutto le zone residenziali, che consumano il 63% dell’energia.

All’inizio dell’anno, la Nasa ha avvertito che El Niño potrebbe rappresentare il più devastante fenomeno naturale mai registrato. Dagli ultimi mesi del 2015 a oggi, ha già causato pesanti disastri in America latina a causa dello straripamento dei fiumi, che ha provocato almeno 200.000 sfollati e obbligato alcuni paesi, come il Perù, a dichiarare lo stato d’emergenza. El Nino provoca alternanza di alluvioni (soprattutto in Centroamerica e nei Caraibi) e siccità (sulle coste del Pacifico).