Svolta drammatica a Caracas. Si inasprisce lo scontro di poteri in Venezuela, dopo la sentenza del Tribunal Supremo de Justicia (Tsj). L’Alta corte ha deciso di avocare a sé le funzioni di competenza del Parlamento, considerato in «desacato» (in ribellione). Di conseguenza, i deputati non godono più di immunità parlamentare. Soprattutto – dettaglia la sentenza appellandosi ad alcuni articoli della Costituzione – il presidente Maduro non dovrà rendere conto all’Assemblea nazionale (An), ma al Tsj, ago della bilancia dei 5 poteri esistenti in Venezuela. Nello specifico – recita la sentenza – il presidente è autorizzato a «creare imprese miste» tra pubblico e privato, di cui il ministero del Petrolio dovrà dar conto, nel rispetto delle norme vigenti che vietano la concentrazione monopolistica.

Un percorso punteggiato da numerosi avvertimenti dell’Alta corte, che ha invitato in varie circostanze il Parlamento ad attenersi alla legge, sempre disattesi. Per questo, Maduro, all’inizio dell’anno non ha presentato il bilancio davanti all’Assemblea ma davanti al Tsj. Ma ora, la sentenza deflagra in un momento particolarmente delicato, dopo la dura discussione che si è tenuta all’Osa, nella quale l’iniziativa di Luis Almagro, segretartio generale dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa), per chiedere la sospensione del paese e le sanzioni, ha ottenuto l’appoggio di 20 paesi su 34, anche se non ha avuto il via libera per assenza del quorum. È’ stata la prima grande prova d’orchestra dell’amministrazione Trump in America latina e nei Caraibi.

Dopo la decisione del Tsj, l’opposizione venezuelana è insorta: si tratta «di un colpo di Stato che potrebbe portare al consolidamento di una dittatura come quella di Fujimori in Perù », ha dichiarato Carlos Vecchio, il coordinatore del partito Voluntad Popular; il partito più a destra dello schieramento di opposizione, che rifiuta il dialogo sotto l’egida del Vaticano e ha chiesto a Trump di intervenire in Venezuela. Anche l’ex presidente del Parlamento, Henry Ramos Allup (ex centro-sinistra), ha sottolineato che la decisione dell’alta corte rappresenta «un’ennesima violazione della Costituzione». Dello stesso tenore le reazioni provenienti dalle destre in Argentina.

Un altro deputato di opposizione, Luis Florido, presidente della Commissione esteri del Parlamento, ha dichiarato di aver sostenuto una riunione urgente con il senatore Usa Marco Rubio, l’anticastrista beniamino di Trump. Entrambi hanno stabilito di «unire gli sforzi» per convocare al più presto nuove elezioni in Venezuela: «Col senatore Marco Rubio – ha detto Florido – abbiamo discusso dell’importanza del cambiamento intervenuto nella regione, il passo da gigante che ha dato martedì all’Osa per appoggiare la nostra richiesta». Florido ha detto anche che Rubio gli ha espresso la sua preoccupazione per la sentenza del Tsj che «mette a rischio l’immunità parlamentare» e che gli ha assicurato di voler continuare a protare avanti «distinte azioni» con i singoli paesi dell’Osa per perseguire gli obiettivi comuni (alcuni paesi hanno denunciato le enormi pressioni degli Usa sui paesi che, come il Salvador, sono ancora dipendenti dagli Usa).

E mentre il parlamento venezuelano ha convocato una riunione d’urgenza, si sono fatti sentire anche dal centro-destra italiano. Fabrizio Cicchitto (Alternativa Popolare), presidente della commissione Esteri della Camera ha dichiarato; «Già avevamo grandissime preoccupazioni sulla situazione venezuelana, adesso c’è un salto di qualità nel senso che Maduro fa un autentico golpe eliminando il Parlamento. Siamo curiosi di vedere se le forze politiche italiane – ci riferiamo ai M5S – che finora hanno come punto di riferimento Chavez e adesso Maduro mantengono lo stesso giudizio». Cicchitto ha fatto recentemente votare una mozione di condanna, simile a quella proposta da Almagro all’Osa, con l’appoggio del Pd, ma con l’opposizione dei 5Stelle e di Sinistra Italiana e la protesta della sinistra non istituzionale e dei movimenti (da Rifondazione Comunista alle reti di sostegno).

In ambito Ue, il senatore di origine venezuelana Luis Alberto Orellana (Autonomie) ha dichiarato; «Voglio esprimere la mia piena condanna per questa sentenza adottata dal Tribunale Supremo di Giustizia. Auspico che il governo italiano giochi un ruolo da protagonista nell’ambito delle attività diplomatiche in atto in difesa della democrazia in Venezuela». Solidarietà invece da molte organizzazioni internazionali – dall’Europa all’America latina – che chiedono le dimissioni di Luis Almagro e l’uscita del Venezuela dall’Osa.