«Giustizia per mio figlio». Si dispera e accusa i leader dell’opposizione venezuelana, la madre del giovane lavoratore afro-venezuelano, morto per un arresto cardio-polmonare dopo essere stato bruciato e pugnalato. Orlando Figueroa era incappato in una protesta violenta dell’opposizione venezuelana in una delle zone-bene di Caracas, Altamira, il 20 maggio. Il suo torto, quello di avere una maglietta rossa e la pelle scura, e un abbigliamento povero. Per questo, gli hanno dato fuoco e l’hanno pugnalato, le immagini del suo corpo in fiamme che corre disperatamente per salvarsi hanno fatto il giro del web.

I RESPONSABILI sono già stati individuati. Un’altra militante del partito di estrema destra Voluntad Popular (quello di Leopoldo Lopez e di Lilian Tintori) è stata arrestata a Barquisimeto per il linciaggio di un tenente della Guardia Nacional Bolivariana, avvenuto il 27 maggio. La donna, Milarys Saavedra, organizzava blocchi stradali (guarimbas) contro il «castro-madurismo»: anche se lei e il fratello avevano ricevuto cure gratuite all’Avana nell’ambito dei programmi di interscambio all’interno dell’Alba.

«DOBBIAMO denunciare e fermare l’aggressione al Venezuela», ha detto da Cuba il presidente Raul Castro, in una sezione speciale dell’Assemblea nazionale. E il suo omologo boliviano, Evo Morales, il cui paese dirige oggi il Consiglio di sicurezza Onu, ha invitato il Segretario generale dell’Osa, Luis Almagro (le cui dimissioni vengono chieste da un numero crescente di paesi) a «rispettare lo schema istituzionale» delle altre nazioni. A Miami, Almagro ha ricevuto il premio Romulo Betancourt dall’associazione Veppex, diretta da José Colina, ricercato per diversi attentati.

IN UN ARTICOLO di Bloomberg sui finanziamenti dall’estero alle proteste violente – Cash From America Is Crucial to Venezuela’s Protesters – Colina viene citato come uno dei procacciatori del materiale che serve al «guarimbero» e che costa in dollari cifre impossibili per le tasche di un venezuelano medio. Finanziamenti che si aggiungono a quelli confermati dal bilancio Usa. Secondo l’inchiesta di Victor Hugo Majano, in meno di un mese gli Stati uniti hanno inviato alle destre «almeno 100.000 dollari».

INTANTO, tra discussioni, scontri e abbandoni, il paese si avvia al nuovo processo costituente, lanciato da Maduro per «blindare le misure sociali» facendo appello alla decisione del «potere originario», quello del popolo. Il Consejo Nacional Electoral (Cne) ha comunicato che i candidati all’Assemblea nazionale costituente verranno eletti il 30 luglio. Poi, il referendum. Gli iscritti sono 55.314, 19.876 a livello territoriale e 35.438 per via settoriale (contadini, pescatori, impresari, studenti, pensionati, lavoratori, diversamente abili…). Le donne sono il 62%. Ma le contestazioni non mancano, e neanche i ricorsi al Tribunal Supremo de Justicia: «Che siano benvenuti – ha detto Maduro – vorrei abbracciare tutti quelli che li presentano, perché tengono viva la democrazia». E ieri si è svolta una grande manifestazione «ecosocialista» in appoggio al governo, durante la quale gli ecologisti della Mision Arbol (Missione albero) hanno denunciato «l’ecocidio» messo in atto dai «guarimberos».