Gli Stati uniti premono sulle istituzioni internazionali per stringere ulteriormente il cappio intorno al Venezuela di Nicolas Maduro. Ieri, al Consiglio di sicurezza dell’Onu – che questo mese è presieduto dall’Uruguay – si è svolta una riunione a porte chiuse in cui, su richiesta degli Usa, si è discusso anche di Caracas. La Gran Bretagna ha appoggiato e condiviso «la preoccupazione perché il Venezuela è al bordo di una crisi umanitaria» e ha considerato la discussione «un primo passo». Verso cosa? Verso «l’intervento umanitario» e per arrivare a un blocco economico della stessa portata di quello imposto a Cuba, ancora vigente. «Dobbiamo lavorare insieme per la gente del Venezuela e la sicurezza della regione – ha detto l’ambasciatrice Usa all’Onu, Nikki Haley – garantendo che Maduro ponga fine alla violenza e all’oppressione e ripristini la democrazia».Un racconto sostenuto dalla stampa mainstream, che mette su un unico conto gli omicidi mirati di militanti chavisti e le provocazioni dei cecchini che vogliono arrivare alla guerra civile, e tace sull’uso delle armi da fuoco da parte delle destre oltranziste. Ieri sono stati arrestati 6 paramilitari colombiani con divise della polizia bolivariana

I RAPPORTI inviati al Senato Usa dal Comando Sud, agli ordini dell’ammiraglio Kurt Tidd, definiscono le tappe dell’attacco multilaterale e «l’agenda comune» stabilita con l’opposizione venezuelana: «combinare azioni di piazza con l’uso dosato della violenza armata per aumentare l’accerchiamento e l’asfissia». Per questo, occorre moltiplicare il pressing sui singoli paesi che compongono gli organismi regionali. Sotto la direzione dell’uruguayano Luis Almagro – «un pericolo per tutta l’America latina», secondo l’ex presidente Pepe Mujica – l’Osa ha condotto una vera e propria crociata contro il Venezuela bolivariano, che ha scelto di abbandonare l’organismo. Ma il 31 è stata fissata un’altra riunione dell’Osa a Washington, richiesta dal Messico – uno stato fallito che brulica di fosse comuni, ma che dà lezioni di «diritti umani». La proposta è passata lunedì con 18 voti a favore, 1 contro, 13 astensioni e 2 assenze.

L’UNIONE EUROPEA si dice disposta ad appoggiare il dialogo e ritiene «fondamentale che tutte le parti si astengano dal commettere atti violenti», ma di fatto omette che un governo legittimo sia messo alla prova di un progetto eversivo diretto da fuori. Per capire chi manifesta contro Maduro basta farsi un giro sui siti radicali di opposizione. L’abbigliamento del perfetto «guarimbero» è precluso a buona parte della popolazione: una maschera costa più di 200.000 bolivar (oltre 5 salari di base). Caschi e telecamere Go Pro Hd – hanno un valore di almeno 500.000 bolivar (circa 12 salari). Com’è possibile in un paese che sarebbe ridotto alla fame e in cui la gente sarebbe costretta a cercare nella spazzatura? Da dove arrivano i soldi? Comprensibile che le proteste violente si svolgano, come nel 2014, solo nei quartieri agiati.

IERI, destre e Pd all’attacco anche in Italia per supportare un’informativa del ministro Alfano, contestata solo da 5Stelle e Sinistra italiana. C’è il «rischio concreto di una potenziale guerra civile – ha detto Alfano – il governo italiano ha stanziato un milione di euro per i connazionali più bisognosi»: serviranno all’equipaggiamento dei «guarimberos»? Fuori dal Senato, intanto, si svolgeva una manifestazione unitaria in appoggio a Maduro, indetta da movimenti, sindacati di base e partiti. E oggi, a Firenze, analoga contestazione a un’iniziativa sul Venezuela organizzata da Fratelli d’Italia e Pd: «Loro propongono l’unità nazionale contro il Venezuela – si è detto -, noi l’unità di classe: per una pace con giustizia sociale, sostenuta anche dal papa».