È sempre molto alto il livello di violenza al confine tra lo stato di Apure, in Venezuela, e il dipartimento di Arauca, in Colombia, dove, dal 21 marzo, le forze armate venezuelane sono impegnate in duri scontri con gruppi armati colombiani. Si tratta forse di bande paramilitari o forse di dissidenti delle Farc trasformati in mercenari, ma, in ogni caso, gruppi coinvolti in attività come traffico di droga, tratta di esseri umani, estorsioni, rapimenti, attività mineraria illegale.

E funzionali, secondo le autorità bolivariane, al nuovo tentativo da parte di Bogotá e Washington di destabilizzare il Venezuela.

GIÀ 16 SONO STATI I MILITARI venezuelani rimasti uccisi, nel quadro di un’operazione che avrebbe inferto colpi importanti ai gruppi criminali e condotto alla cattura di «vari soggetti che hanno fornito preziose informazioni rispetto alle azioni future»: così ha assicurato il ministro della Difesa di Caracas, Vladimir Padrino, dando notizia, mercoledì, della morte in combattimento di altri otto militari, dopo gli otto già caduti il 5 aprile scorso.

«Va ricordato – si legge nel comunicato delle forze armate bolivariane – che queste organizzazioni terroriste sono supportate dalla potente struttura di finanziamento dell’oligarchia colombiana, con l’obiettivo di esportare nel nostro paese il suo modello narco-paramilitare e stabilire sul territorio una base di appoggio per azioni di destabilizzazione».

E, COME SEMPRE, insieme agli scontri armati si registra anche una guerra mediatica, soprattutto in relazione al massiccio spostamento di persone – si parla di seimila sfollati – in fuga dal Venezuela verso la Colombia. L’attacco più violento è venuto da Human Rights Watch, di cui è nota del resto l’ostilità nei confronti del Venezuela bolivariano, a causa della quale già Hugo Chávez, nel 2008, aveva provveduto a ordinare l’espulsione dal paese di José Miguel Vivanco, direttore per le Americhe dell’organizzazione.
«Le atrocità commesse contro i residenti di Apure non sono incidenti isolati dovuti ad agenti insubordinati, ma sono in linea con gli abusi sistematici delle forze di sicurezza di Maduro», ha denunciato Vivanco, parlando di esecuzioni extragiudiziarie, detenzioni arbitrarie e torture ai danni della popolazione locale.

UN RAPPORTO, quello di Human Rights Watch, definito «infame» dal governo venezuelano, il quale ha annunciato di aver chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite un’indagine sui gruppi armati irregolari colombiani e di aver sollecitato un aiuto tecnico per disattivare le mine antipersona collocate da tali gruppi nella località La Victoria.

E intanto, agli inizi di aprile, il presidente Iván Duque e il segretario di stato Usa Antony Blinken hanno discusso telefonicamente sull’impegno condiviso per «la restaurazione della democrazia e dello stato di diritto» in Venezuela e sugli sforzi della Colombia per promuovere la democrazia in tutta la regione, come ha riferito in un comunicato il portavoce del Di partimento di stato statunitense Ned Price.