Una festa popolare. E la manifestazione «par tera e par mar» contro le Grandi Navi che violentano Venezia. Domani a partire dalle ore 15.30, dalla riva delle Zattere, torna la «resistenza» che dalla laguna si propaga oltre i confini nazionali.

Come già l’8 marzo in occasione del summit Renzi-Hollande, ci saranno i NoTav della Valsusa insieme alla rete Stop Biocidio di Chiaiano (Napoli) e ai rappresentati del comitato Barris Turisme Sostenible di Barcellona che si sta mobilitando contro le grandi navi e gli effetti del turismo di massa. E ancora comitati, associazioni e gruppi del Nord Est: si battono contro le Grandi Opere che riproducono il «modello Mose», con cui il Consorzio Venezia Nuova e le cricche nazionali hanno divorato finora oltre cinque miliardi di euro.

Sul palco galleggiante di 20×8 metri ancorato di fronte alla riva delle Zattere, invece, è previsto un concerto speciale (dalle 15 fino alle 21) che spazia dal «revival» fino alle sonorità sull’onda delle nuove generazioni: StorieStorte, Rimorchiatori, Rooms Family, Eugenio Finardi, Gualtiero Bertelli, Herman Medrano, Sir Oliver Skardy, Bandanera e Marco Furio Ferrieri. Non basta, perché per i più piccoli viene allestita «la tenda dei piratini» mentre nei gazebo sono garantiti cibo e bevande insieme ai materiali informativi.

«Una festa della città, questo ci attendiamo: abitanti di Venezia uniti per realizzare un’idea di città opposta a quella che hanno in testa le multinazionali delle crocieristica, l’Autorità portuale e il sindaco – anticipano gli organizzatori della manifestazione – Aspettiamo tutti in barca o a piedi perché Venezia non può essere ridotta al silenzio. In una domenica qualunque come quella del 25 settembre è in programma il passaggio di sei navi da crociera, tre delle quali vengono definite di dimensioni ’medio grandi’ (due oltre le 90.000 tonnellate) che rapportate alla scala di Venezia diventano ’mastodontiche’. Di certo, la nostra non sarà un’orchestra di benvenuto».

È la vera partita sul futuro della laguna, perché le «città galleggianti» in Canal Grande nelle immagini di Gianni Berengo Gardin restituiscono lo stridente contrasto fra business e salvaguardia. Venezia città-cartolina rischia di restare definitivamente ostaggio delle lobby: non solo i commercianti del turismo, ma anche la sussidiarietà economico-politica che spazia dalle banchine del Porto alla «rigenerazione» del quadrante Tessera fino all’inossidabile grumo di interessi architettato dall’ingegner Giovanni Mazzacurati.

Venezia resta comunque sotto i riflettori: l’Unesco ha richiesto al governo Renzi di bloccare le navi da crociera nella fragile laguna.
Il «patrimonio dell’umanità» va tutelato dall’Italia che entro febbraio 2017 deve spedire all’Unesco un rapporto dettagliato. Comprese le misure urgenti: stop a qualsiasi nuovo progetto infrastrutturale, un documento «legale» che sancisca la proibizione alla grandi navi in laguna, l’introduzione di limiti nel traffico acqueo e una strategia efficace per un turismo sostenibile.

Sono infatti oltre un milione e mezzo i passeggeri che anche quest’anno sbarcano e transitano nel terminal crocieristico. Finora è scattato il blocco solo per le navi superiori alle 96 mila tonnellate, ma occorre sempre trovare una «rotta alternativa» all’ingresso nel delicato centro storico di Venezia. Tanto più che è ormai consolidato l’effetto inquinante delle Grandi Navi: ad aprile l’associazione ambientalista tedesca Nabu ha registrato risultati clamorosi. «Al passaggio di una di queste navi da crociera – spiegano Daniel Rieger, responsabile Trasporti della Nabu e Axel Friedrich, già a capo dell’Agenzia dell’ambiente tedesca- gli strumenti hanno registrato in Canale della Giudecca 150 mila particelle di polveri sottili per centimetro cubo. Significa 150 volte i parametri dell’aria pulita, che prevedono mille parti per milione».