Uno striscione lungo due chilometri. Il più grande mai sollevato sotto il cielo della laguna di Venezia. A sorreggerlo sarà una catena umana che partirà dal terminal crociere di San Basilio per arrivare alla Punta della Dogana, snodandosi lungo l’intera fondamenta delle Zattere, la più grande della città. Non a caso, si tratta della riva che costeggia il canale della Giudecca. Il canale che sbocca davanti piazza San Marco dove solo la Pandemia è riuscita, per ora, a fermare l’inquinante via vai delle Grandi Navi. Una battaglia, questa contro i «Grand Hotel del Mare», che per gli ambientalisti veneziani del comitato No Navi, tra gli organizzatori della manifestazione, è emblematica per ridare futuro e dignità a questa che un tempo era la Città dei Dogi.

Un enorme e ininterrotto striscione preparato dalle attiviste e dagli attivisti degli spazi sociali veneziani come il Laboratorio Morion e Il Sale Dock, che vuole testimoniare tutta la grande voglia di ripartire dei veneziani. Ma «ripartire» imboccando una direzione ostinatamente contraria a quella seguita sino a ieri.

Il nome dell’iniziativa che si svolgerà questo pomeriggio, a partire dalle ore 17 alle Zattere, è già un programma: «Venezia Fu-Turistica». E’ una speranza di Venezia futura infatti, quella che prenderà voce dallo striscione che sventolerà sul canale della Giudecca. «Venezia può rinascere solo se si libererà da questo corto circuito di speculazione che l’ha trasformata in una città museo, se non addirittura in un parco divertimenti per ricchi turisti» spiega Marta Sottoriva, studentessa di Ca’ Foscari e una delle organizzatrici della mobilitazione. «La pandemia ci ha riconsegnato una città deserta, in piena crisi perché l’unica economia che conosceva era quella del turismo. Ma Venezia è molto di più: ci sono giovani che qui sono nati o che qui hanno studiato e che qui vogliono rimanere per costruire il loro futuro che è il futuro stesso della città. Ma questo futuro sarà possibile solo uscendo dalla monocoltura turistica, con interventi a favore della residenziali capaci di fermare gli speculatori che hanno trasformato le nostre case in alberghi e B&B».

Una novità della mobilitazione di questo pomeriggio è la sua forte componente giovanile e studentesca. Molte delle ragazze e dei ragazzi che hanno realizzato l’impegnativo striscione provengono dalle file di Fridays For Future che, per l’appunto, figura tra gli organizzatori dell’iniziativa. «Venezia sopravvive solo se sopravvive la laguna in cui è immersa – aggiunge Marta Sottoriva -. La tutela dell’ambiente è fondamentale per una città come la nostra che vive dell’equilibrio tra terra e acqua. I cambiamenti climatici rischiano di farci affondare. Il Mose, lo abbiamo visto anche con l’acqua alta di una settima fa, eccezionale e assolutamente fuori stagione, non è la soluzione ma il problema. La strada da percorrere è un’altra, quella della difesa del territorio da mercificazioni e inquinamenti. Venezia deve diventare la capitale della Giustizia Climatica».

«La pandemia dovrebbe averci insegnato qualcosa – spiega Mattia Donadel, portavoce del comitato Opzione Zero – ed invece, proprio in piena emergenza la Regione e il Comune hanno approfittato per accelerare l’iter di approvazione di un nuovo mega impianto di incenerimento da realizzare a Fusina, proprio a ridosso della gronda lagunare. Alle Zattere diremo No anche a questo progetto. La ripartenza che vogliamo è ben diversa dal rifare gli stessi errori del passato che sono stati la causa e non la soluzione del problema».