Spietata e trash, la messinscena di Das Kaffeehaus, firmata da Veronica Cruciani, abbandona l’asciutto e monocromatico espressionismo del film di Fassbinder per entrare in una colorata macina di pulsioni e sentimenti corrotti dal vile denaro. Chiamata a dirigere la compagnia dallo Stabile del Friuli Venezia Giulia, la regista romana recupera dell’originale Bottega del caffè goldoniana la forma del divertissement per approdare a un registro di comicità dark.  Nella caffetteria di Ridolfo, contigua alla bisca di Pandolfo (Graziano Piazza), si consumano le chiacchiere di don Marzio (Francesco Migliaccio), con travestimenti e trattative, che denudano la natura di un’umanità pronta a svendersi al miglior offerente. Avidità e ludopatia trionfano in un burlesque, insieme al carnevale veneziano. Nella scena, disegnata da Barbara Bessi e illuminata da Gianni Staropoli, gli attori restano visibili, a confermare un’ineluttabile condizione. Solo la solidarietà tra donne spezza il cerchio e sarà strumento dell’agnizione finale.