Da Siena a Bagno di Romagna la tappa attraversa la memoria del ciclismo. Il gruppo entra a Firenze dalla vecchia Chiantigiana, giusto per salutare Bartali sotto casa sua, lì dove la città ancora oggi si interrompe per diventare campagna all’improvviso. Scavallata poi la conca cittadina il gruppo entra a Sesto Fiorentino per omaggiare Alfredo Martini. Corridore più che discreto e gran gregario, fu anche il terzo uomo dopo Coppi e Bartali nella leggendaria Cuneo-Pinerolo. E di Coppi ci ha lasciato uno dei più bei ritratti: «Aveva la faccia dolente. Sembrava dispiaciuto di aver umiliato gli avversari. Ha insegnato l’umiltà alla gente. Invece del frastuono della vittoria era come se cercasse il silenzio».

Le imprese più belle Martini le ha compiute in ammiraglia da cittì azzurro, portando al mondiale Moser, Saronni, Argentin, Fondriest e Bugno. A missione compiuta usciva con la sigaretta tra le labbra e abbracciava il campione con l’affetto del babbo che la domenica accoglie il figliolo sull’uscio di casa. Cosa vuoi che sia mettere d’accordo Moser e Saronni per uno che a vent’anni ha preso il fucile per combattere il fascismo. Martini fu infatti gappista nella sua città, e del Martini sestese ci parla Stefano Arrighetti, presidente dell’Istituto De Martino.

«Quando mi capitò di ricordare in sua presenza lo sciopero alla Ginori del ’54 Alfredo mi confessò di essersi commosso». Attraversata Sesto ci si inerpica. È già partita la fuga di giornata, nessuno vuole andare a ripigliarla. Bernal ha demoralizzato la concorrenza che ancora il suo terreno, l’alta montagna, non è arrivato, e voglia di stuzzicarlo ce n’è poca. E così ci sarebbe tempo per mettersi a sedere al fresco in cima alla Consuma e gustare la schiacciata coi funghi… Questa e le altre montagne servono per scremare la fuga, e sul Carnaio, ultimo trampolino, si presentano in quattro, Bennett, Brambilla, Hamilton e Vendrame. Il quartetto poi si scinde in vista del traguardo: rimangono Hamilton e Vendrame a disputare la volata: il più veloce è l’italiano, che si toglie il rivale di ruota e trionfando interrompe il digiuno dei nostri colori.

Più indietro il gruppo ha il passo dei cercatori di prugnoli che cominciano a spuntare in questi boschi, Bernal si fa scarrozzare e ringrazia i presunti contendenti. Solo un affondo di Nibali in discesa permette al siciliano di mettere per la prima volta le ruote davanti al resto della compagnia e di farci intravedere cosa sarebbe potuta essere, e non è stata, questa tappa.