Rivalità o mera strategia promozionale? Per chi era giovane nei ’60 la rivalità tra Shel Shapiro e Maurizio Vandelli, rispettivamente nei Rokes e l’Equipe 84, era quotidiano argomento di discussione. La leggenda vuole che nel 1965 durante la serata inaugurale del Piper fossero presenti contemporaneamente le due band, Vandelli entrò nel camerino di Shapiro e gli propose di esibirsi insieme con uno scambio di repertorio dei gruppi beat più famosi in Italia. Al «no» secco dell’inglese, la voce dell’Equipe se ne andò sbattendo la porta. Per decenni hanno mantenuto uno stesso pubblico di riferimento, produzioni celebri insieme a Mogol, ma si sono sempre tenuti a debita distanza. Meglio tardi che mai – entrambi viaggiano oltre i 70 – gli «ex rivali» hanno deciso di unire le forze per un doppio progetto: un album Love and Peace (SonyMusic) in uscita il 21 settembre e una serie di concerti che partiranno il 10 dicembre.

Il disco è ovviamente una sorta di compendio della loro attività artistica, dodici loro classici dove si alternano al canto scambiandosi i pezzi e un solo «intruso», You raise me up (Tu mi porti su) dal repertorio dei Westlife, che canteranno a fine concerto. Operazione gradevole – curata da Diego Calvetti (uno dei deus ex machina della scena pop italiana) che produce e arrangia il disco rispettando le partiture originali, aggiungendoci giusto una spolveratina di elettronica. I due gigioneggiano il lecito consentito ma hanno l’aria di divertirsi realmente: «Riprendiamo il nostro passato e cerchiamo di dargli un valore per il presente, per capire chi siamo oggi – hanno spiegato all’incontro milanese di presentazione – secondo il quale lo stesso messaggio del titolo è attuale e universale – Love and Peace perché la nostra storia nasce ai tempi del flower power, ma oggi c’è anche bisogno di dare segni di solidarietà, abbracciare il mondo».