La rappresaglia per il lancio di un missile dallo Yemen su Riyadh, sabato scorso, è arrivata a stretto giro: l’Arabia saudita ha emesso 40 mandati d’arresto contro membri di spicco del movimento ribelle Houthi e apposto una taglia di 30 milioni di dollari sulla testa del leader Abdel Malek al-Houthi.

Ma soprattutto ha intensificato i raid aerei sullo Yemen: domenica in poche ore ne sono stati compiuti almeno 29 sulla capitale Sana’a e sui distretti di Sinhan e Bani Bahloul.

Riyadh ha poi imposto la chiusura di tutti i confini terrestri e dello spazio aereo e marittimo dello Yemen per impedire – dicono i Saud – l’arrivo di armi dall’Iran. Immediata era stata infatti l’accusa lanciata a Teheran dopo il lancio del missile su Riyadh. L’Iran ha risposto ieri definendo le accuse del rivale «irresponsabili, provocatorie e infondate».

Gli Houthi, da parte loro, hanno rivendicato la fabbricazione autonoma del missile «Vulcano».