«La mia soglia di attenzione cala disperatamente/Io mi sento deficiente, non so cosa sto guardando/Persone di vetro che mi danno le notizie del giorno/Io sto guardando da un vetro le persone che mi passano accanto», questa è una strofa azzeccatissima del brano Persone di vetro dei giovanissimi padovani Post Nebbia. La televisione e lateralmente qualsiasi dispositivo sono il concept del disco Canale Paesaggi, l’assurdità della deriva delle immagini con l’ironia delicata di chi, passivamente, digerisce spazzatura autodenunciando l’alienazione prodotta.  Allucinazioni e noia indotta (Televendite di quadri), registrate ed esplicitate dalla sensibilità del frontman Carlo Cobellini, in una variopinta atmosfera psichedelica ‘70. Il loro secondo disco scorre senza squassi, 9 pezzi morbidi e ipnotici sostenuti da ritmi funk e lounge, campionamenti di voci, trame sonore a tratti più elettrizzate dalle tastiere (Vietnam), ci cullano soavemente nell’apatia stolida e agguerrita della dittatura del telecomando o dello smartphone. Una buona ed efficace rappresentazione degli effetti del capitalismo.