Scoop giornalistico oppure operazione politico-ecclesiastica-mediatica? La risposta, citando Corrado Guzzanti-Quelo, pare proprio «la seconda che hai detto». Perché quello dell’Espresso e del suo vaticanista più famoso, Sandro Magister, che lunedì pomeriggio ha messo online una bozza di Laudato si’, l’enciclica di papa Francesco la cui uscita ufficiale è programmata da tempo per giovedì 18 giugno, è tutto tranne che uno scoop.

Magister infatti aveva un testo che era a disposizione anche di diversi altri vaticanisti che frequentano la sala stampa della Santa sede (essendo un documento molto lungo, secondo prassi non codificata, ad alcuni viene consegnato prima). I quali però, rispettosi della deontologia professionale e della regola – questa scritta – dell’embargo fino alla data e all’ora della pubblicazione ufficiale, hanno analizzato l’enciclica, senza però anticiparla.

Non essendo uno scoop, si tratta allora di mossa politico-ecclesiastica deliberata. Perché Magister, ex vaticanista di sinistra poi convertito sulla via di Ruini, è da tempo il più potente megafono mediatico dell’opposizione conservatrice a Bergoglio, che osteggia qualsiasi spiraglio di aggiornamento si intraveda nei Sacri palazzi.

Negli ultimi giorni, per fare un unico esempio, in risposta ad un colloquio su Civiltà Cattolica (il quindicinale dei gesuiti le cui bozze prima della pubblicazione passano al vaglio della Segreteria di Stato vaticana) fra il direttore della rivista, il gesuita p. Spadaro, e il teologo domenicano p. Garrigues che contiene qualche piccola apertura sul tema dell’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati in vista della fase finale del Sinodo sulla famiglia del prossimo ottobre, sul blog di Magister (ospitato dall’Espresso) sono comparsi tre ampi post per smontarne la tesi.

Pubblicare in anticipo la bozza dell’enciclica pare allora un modo per sabotare il lancio ufficiale del documento, «buttandola in caciara», si direbbe a Roma. Ne è convinto il portavoce nazionale del movimenti riformatore «Noi Siamo Chiesa», Vittorio Bellavite: «L’ostilità all’enciclica è iniziata ancora nella fase della sua gestazione e ora si cerca di depotenziarla».

Lo stile ricorda il Vatileaks, e la modalità con cui il documento è stato divulgato rivela le intenzioni.

Così ha scritto Magister sul suo blog lunedì pomeriggio, quasi novello Manzoni che introducendo I promessi sposi presenta il romanzo come frutto della penna di un Anonimo del ‘600:

«Eccola qui. È comparsa all’improvviso sul sito on line dell’Espresso nelle ore meridiane di lunedì 15 giugno, tre giorni esatti prima del suo annunciato pubblico battesimo. L’autore di questo blog se l’è trovata anche lui davanti sullo schermo, tutta intera, sbucata chissà da dove, e allora l’ha accompagnata con qualche riga di presentazione, per introdurla in società come si conviene. Certo, colpisce che il testo della “Laudato si’” sia stato tribolato e limato fino all’ultimo, al punto da mandare al macero pochi giorni fa le prime copie stampate “sub secreto” dalla Libreria Editrice Vaticana, perché qua e là ancora da correggere. Ma questa è preistoria. Ora la prima enciclica a tutto tondo di papa Francesco è nelle mani degli uomini di buona volontà».

All’inizio il presunto scoop è stato volutamente ignorato dalla maggior parte dei media (anche il manifesto ha fatto questa scelta). Ieri però, nonostante i tentativi di arginare la marea montante da parte di p. Lombardi, direttore della sala stampa vaticana («Si fa presente – ha spiegato in una nota – che non si tratta del testo finale e che la regola dell’embargo rimane in vigore. Si invita a rispettare la correttezza giornalistica che richiede di attendere la pubblicazione ufficiale del testo»), l’enciclica è stata rilanciata dalla maggior parte dei giornali e dei siti, presentata come una «bozza» (anche se molto probabilmente l’originale sarà identico alla bozza).

Per Magister – un atto quasi obbligato – è arrivata la sospensione dalla sala stampa vaticana firmata da Lombardi: «Egregio Dr. Magister, la pubblicazione da Lei compiuta di una Bozza dell’Enciclica del Papa di cui era stato dichiarato l’Embargo rappresenta evidentemente un’iniziativa scorretta, fonte di forte disagio per moltissimi colleghi giornalisti e di grave turbamento di buon servizio di questa Sala Stampa. Le comunico che perciò il Suo accredito presso la nostra Sala Stampa è sospeso da domani a tempo indeterminato».

Da parte sua Magister, interpellato dal Fatto, respinge «l’ombra di un complotto anti papale» – un atto dovuto anche questo –, spiega che «la decisione di pubblicare il testo è stata del direttore dell’Espresso» per «paura che l’enciclica sarebbe stata pubblicata da altri perché circolavano troppe versioni del testo e voleva essere il primo a divulgarla», però poi si assume la responsabilità, dichiarando di «rispettare in silenzio il provvedimento preso da p. Lombardi, non avendo nessun motivo per contestare la sanzione presa». E il Vatileaks continua