Prove di dialogo fra Chiese. Ieri si è svolto un colloquio in videoconferenza fra papa Francesco e Kirill, patriarca ortodosso di Mosca e di tutta la Russia, che nei giorni scorsi aveva giustificato l’aggressione di Putin all’Ucraina come difesa dei valori tradizioni cristiani contro la decadenza dei costumi e il libertinismo occidentali, rappresentati dalle «parate gay».

I due capi religiosi hanno parlato dell’«eccezionale importanza del processo negoziale in corso». «Per il raggiungimento al più presto di una pace giusta», ha sottolineato la nota del Patriarcato di Mosca. «La Chiesa non deve usare la lingua della politica, ma la lingua di Gesù», sono state le parole di Francesco riferite dalla sala stampa vaticana: «Dobbiamo unirci nello sforzo di aiutare chi soffre, di cercare vie di pace per fermare il fuoco», ha aggiunto il pontefice. «Chi paga il conto della guerra è la gente che viene bombardata e muore e sono i soldati russi» mandati a fare la guerra.