La vicenda ucraina è diventata questione di sicurezza nazionale per la Polonia. Durante i giorni caldi della protesta a Kiev, la diplomazia polacca è stata sempre in prima fila. Prova ne sia la presenza del ministro degli esteri Radoslaw Sikorski (insieme al collega francese e tedesco) al tavolo delle trattative con Yanukovich. Adesso che la Russia di Putin ha deciso di digrignare i denti e allungare la mano sulla Crimea, la Polonia alza il livello di guardia. Emblematico, per esempio, lo strano movimento di truppe sul territorio nazionale registrato lunedì, riportato dai media e subito smentito dal ministro della difesa Tomasz Siemoniak: «Non c’è nessun movimento di truppe polacche che va al di fuori della solita routine», ha detto il ministro in un’intervista al Tvn24.

In realtà erano apparse su internet molte foto di quello strano movimento e in molti avevano visto in tutto ciò una risposta alle esercitazioni militari che, alcuni giorni prima, avevano avuto come protagoniste alcune navi russe e unità della guardia costiera, operare a ridosso dell’enclave di Kaliningrad (territorio russio incastonato tra la Polonia e la Lituania). «Nella situazione attuale non c’è alcun motivo di mettere le nostre truppe in stato di allerta», ha rassicurato Siemoniak in un comunicato successivo.

Ma che la situazione in Crimea stia destando preoccupazione in Polonia lo ha messo in chiaro il presidente della repubblica Bronislaw Komorowski che, reduce da una riunione del consiglio per la sicurezza nazionale ha dichiarato che la situazione in Crimea «fa crescere grandi dubbi e preoccupazioni per il futuro». E non è affatto una sorpresa che Komorowski abbia dato istruzioni al ministro degli esteri Sikorski di chiedere consultazioni alla Nato sull’articolo 4 del trattato di adesione, quello che prevede l’uso della forza in caso di attacco o minaccia all’integrità territiale nazionale.

Un modo alquanto burocratico ma efficace per dire che la Polonia non si fida di Putin e che bisogna essere pronti a qualsiasi evenienza. Komorowski ha fatto sapere anche che la Polonia chiederà in sede europea «dure sanzioni per Mosca». Intanto, l’altro ieri, prima di partire per il vertice di emergenza a Bruxelles, il primo ministro polacco Donald Tusk ha comunicato che Polonia e Usa stanno lavorando a un rafforzamento della cooperazione militare tra i due paesi, comprese esercitazioni militari che potrebbero avvenire «nell’immediato futuro».

Insomma la crisi ucraina ha cambiato l’ordine di priorità per la modernizzazione delle forze armate polacche, che hanno negli Usa il loro principale sponsor (scudo spaziale docet). Sul fronte diplomatico, la Polonia a Bruxelles chiederà ai partner europei di dare «una risposta forte e coerente» alla Russia. Tusk aveva già ottenuto l’appoggio del gruppo di Visengrad (Ungheria, Cechia e Slovacchia) seppur con qualche distinguo.