Varare il dpcm con le misure anti Covid fino al 6 aprile e riassestare la macchina delle vaccinazioni: giornata costellata di riunioni, ieri, fino alla firma nel pomeriggio del decreto. Il neo commissario all’emergenza, il generale Figliuolo, stamattina sarà al Mise dove Giancarlo Giorgetti ha riunito il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, e la direttrice generale Enrica Giorgetti, per l’Aifa il presidente Giorgio Palù. Oggetto della discussione: produzione in Italia dei sieri. Domani, ancora al Mise, ci sarà il commissario Ue Thierry Breton, responsabile della task force per rafforzare la produzione di vaccini in Europa. Venerdì esordio di Figliuolo al tavolo Stato – Regioni.

IL DPCM era g ià sostanzialmente noto, in continuità con le misere già in piedi ma con alcune differenze. Il decreto entra in vigore da sabato e durerà fino a Pasqua inclusa. Resta lo stop alla mobilità tra regioni, con l’eccezione degli spostamenti dovuti a motivi di lavoro, salute o necessità. Nelle zone bianche niente restrizioni pur continuando ad applicarsi le misure anti contagio generali (come mascherine e distanze interpersonali), sospesi però fiere, congressi, discoteche e pubblico negli stadi come in tutte le altre fasce.

Capitolo scuola: in zone rosse, anche locali, solo didattica a distanza. Possibile l’attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. Nelle zone arancioni e gialle i presidenti delle regioni potranno disporre la sospensione dell’attività in aula nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per il diffondersi delle varianti o nelle zone in cui vi siano 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni.

NELLE ZONE GIALLE musei aperti nei giorni infrasettimanali, garantendo un afflusso controllato. Dal 27 marzo anche nei fine settimana su prenotazione. Ancora dal 27 marzo riaprono teatri, cinema e sale concerto con posti a sedere preassegnati, la capienza non potrà superare il 25%, fino a 400 spettatori all’aperto e 200 al chiuso per ogni sala. Per palestre, piscine e impianti sciistici resta lo stop. In tutte le zone viene confermato il divieto di asporto dai bar dopo le ore 18 per le bevande. Viene consentito fino alle 22 dalle enoteche o esercizi simili ma non il consumo sul posto. Nelle zone rosse chiusi parrucchieri, barbieri e centri estetici. Infine, viene istituito un tavolo di confronto presso il ministero della Salute per rivedere i parametri di valutazione del rischio epidemiologico, come chiesto dalle regioni che incassano anche il cambio di colore a partire dal lunedì.

ALLA CONFERENZA STAMPA in serata non si è presentato Draghi. Speranza, Gelmini, Silvio Brusaferro (presidente dell’Istituto superiore di Sanità) e Franco Locatelli (presidente del Consiglio superiore di Sanità) si sono fatti precedere dai nuovi dati sulla diffusione delle varianti: quella inglese è passata dal 17,8% del 5 febbraio al 54% del 18 febbraio (con valori sui territori oscillanti tra lo 0% e il 93,3%) mentre quella brasiliana è al 4,3%, la sudafricana allo 0,4%. «La curva dà segnali robusti di risalita – ha spiegato Speranza -, ci aspettiamo una maggiore presenza di regioni in rosso e arancione. Facciamo i conti con la variante inglese, ormai prevalente, e poi brasiliana e sudafricana. Le misure includono le festività ma il governo valuterà l’evoluzione della curva adeguando la risposta. Chi resta chiuso sarà ristorato». Gelmini: «Nel decreto Sostegno ci saranno risorse per 200 milioni di euro per i congedi parentali. Con il Recovery fund dobbiamo migliorare la Dad».

Rafforzare e innalzare le misure di mitigazione in tutto il paese la raccomandazione dei due tecnici, non solo nelle regioni dove le varianti sono più diffuse, come Umbria, Lazio e Toscana. Quella inglese, spiega Locatelli, «ha maggiore potere infettante sulla popolazione pediatrica. Vi è un aumento del numero dei casi anche tra i 6 e i 10 anni e poi dai 10 ai 19. Ma non si associa a una patologia più grave».

I NUOVI CASI COVID ieri sono stati 17.083 su 335.983 test, 343 le vittime. Sono quasi 3milioni (2.955.434) le persone che hanno contratto il virus da inizio pandemia. Il tasso di positività è stato del 5,1%; 2.327 i pazienti in terapia intensiva, in aumento di 38 unità rispetto a lunedì. I pazienti ricoverati nei reparti ordinari sono invece 19.570, in aumento di 458 unità; 409.099 le persone in isolamento domiciliare. La regione con il maggior numero di nuovi casi è stata la Lombardia (3.762) seguita da Campania (2.046) ed Emilia Romagna (2.040). L’indice di contagio Rt continua a crescere e sfiora ormai il valore 1,2. Da oggi l’area metropolitana di Bologna, le provincie di Modena e di Ancona sono in zona rossa. A Brescia, dove vige la zona arancione scuso, isolato un caso di variante nigeriana. Il governatore lombardo valuta di portare la regione in zona rossa.