La Conferenza Stato-Regioni è un tavolo istituzionale tutt’altro che accademico, ma spesso finisce fuori dallo spettro delle informazioni. Eppure politicamente (e anche dal punto di vista operativo…) conta ben più dell’Anci, l’associazione con oltre 7 mila municipalità presieduta da Piero Fassino.

La Stato-Regioni è convocata e presieduta – su delega del premier – dal sottosegretario Gianclaudio Bressa che da gennaio, per altro, opera in assenza del ministro per gli affari regionali dalle di issioni di Maria Carmela Lanzetta. Riunisce i 20 governatori, più i presidenti delle Province autonome di Trento e di Bolzano. Le regioni concordano chi «dirige» la Conferenza e insieme le deleghe di coordinamento della programmazione per singole «materie».

Mai come ora è diventata cruciale la sanità, che incide per l’80% nei bilanci regionali e rappresenta una gestione ad ampio spettro: dai nuovi ospedali agli appalti dei servizi, dalla ristorazione alle assicurazioni, dal calore ai parcheggi. Alla Conferenza Stato-Regioni il ruolo di punta era affidato a Luca Coletto, assessore leghista del Veneto. Ma sembra che il valzer delle poltrone, dopo le elezioni di primavera, finisca per coinvolgere anche lui. La Toscana con il «democratico anomalo» Enrico Rossi e la Campania del governatore para-renziano Vincenzo De Luca puntano a raccogliere l’eredità di Sergio Chiamparino, presidente dimissionario. E a cascata si rimetterebbero in discussione anche le altre poltrone, a partire appunto da quella di Coletto.

Tanto più che sull’annunciata riforma gestionale del ministro Beatrice Lorenzin, che comporta controlli sulle spese per 2,3 miliardi (e ora anche la verifica anti-corruzione…), proprio Coletto si era esposto senza tanti complimenti: «Eravamo, siamo e saremo contrari ad ogni tipo di taglio alla sanità che non vada prima di tutto a colpire gli sprechi dove ci sono. A verbale della Conferenza dei presidenti delle regioni il voto del Veneto è negativo. Di conseguenza il Veneto non ha partecipato alla conferenza in cui è stata formalizzata l’intesa con il governo».
E sullo sfondo, già da settembre, si stagliano altri due «nodi» tutt’altro che ininfluenti: il rapporto del servizio sanitario con i medici (di base, ospedalieri e universitari) e i nuovi livelli essenziali di assistenza, che comprendono anche per la prima volta il gioco d’azzardo patologico.