La legge sul reddito minimo garantito approvata dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta mercoledì scorso 4 novembre include, oltre ai disoccupati, anche i lavoratori autonomi in difficoltà economica. La legge stanzia 1,4 milioni di euro per il sostegno al reddito e prevede l’erogazione fino a 4.400 euro lordi per un importo mensile fino a 550 euro per cinque mesi, prorogabili per altri tre. In una versione precedente della legge si prevedeva una durata di 12 mesi. Per accedere a questa misura è necessario avere compiuto 30 anni di età, risiedere in Valle d’Aosta da almeno 26 mesi, possedere un’Isee non superiore ai 6 mila euro, avere lavorato per un anno negli ultimi 5 anni ed essere disponibili a lavorare.

Per i cittadini extra-comunitari è necessario avere il permesso di soggiorno in regola. L’ampiezza dei soggetti beneficiari, compresiva di partite Iva e stranieri, si scontra con la soglia di reddito bassa e con la durata esigua. Tutto dipende dalle politiche attive per il lavoro e la formazione che la regione e le autorità locali saranno in grado di sviluppare durante l’erogazione del reddito minimo. La proposta di legge è stata sostenuta dalla consigliera del Pd-Sinistra Vda Carmela Fontana. Hanno votato a favore l’Uv, il Pd e la Stella Alpina (21 voti), mentre Alpe e Uvp si sono astenuti. Il M5s non ha partecipato al voto. «Con questa norma non risolviamo i problemi, diamo una mancia quando invece avremmo potuto attuare interventi ben più incisivi. Dispiace dover constatare che assumiamo l’ennesimo provvedimento senza effetti concreti» ha sostenuto per il M5s Roberto Cognetta. «Questa legge non è la soluzione al problema, ma si può immaginare che sia una misura che faccia da ponte se ci saranno le condizioni per favorire lo sviluppo – ha detto il presidente della Regione Augusto Rollandin – Se ci sono delle possibilità operative migliori, introdurremo delle modifiche». Una di queste modifiche potrebbe essere la soglia dell’Isee, ad esempio.

La discussione è stata segnata dalle polemiche delle opposizioni sull’allargamento della platea dei beneficiari ai cittadini extra-comunitari. «È sbagliato pensare -sostiene Carmela Fontana – che vada ad aiutare certe categorie di persone piuttosto che altre: tutti coloro che risultano in possesso dei requisiti previsti dalla legge vi potranno accedere. Tali misure sostengono, nell’immediato, il reddito dei cittadini, permettendo loro di superare la soglia di povertà».

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