Inattesi quali lucciole che brillano nel buio di una notte calata anzitempo , i primi fiocchi di neve cadono dal cielo grigio di Ottobre azzittendo in un colpo le risa delle Unità E ed F della Federazione Atlantica, Corpo dei Ranger.

L’ultimo scontro con l’Impero è stato feroce – il primo vero assaggio di quanto è in attesa più avanti appena al di là della linea dell’orizzonte – ma il nemico, seppure temporaneamente, è stato sconfitto, ha battuto in ritirata, e le Unità E ed F possono finalmente abbassare le armi, tirare un sospiro di sollievo, levare in alto i calici per brindare alla vittoria.

È proprio in questo momento che – con un anticipo di ben due mesi rispetto al previsto – arriva la neve, la Strega d’Inverno, come la chiamano gli abitanti di quella così lontana regione nel Nord dell’Impero, ed entra in scena il vero nemico di Valkyria Chronicles 4, un nemico che non parla la lingua degli uomini, neppure la lingua degli uomini in guerra, fatta di silenzio e fragore parimenti assordanti.

Da quel momento, Valkyria Chronicles 4 si tinge di fredde sfumature di bianco, d’un tratto dimentico dei vivaci colori pastello del suo breve antefatto, quando i membri dell’Operazione Croce del Nord potevano ancora sperare, se non credere, che ci fossero campi fioriti e città dove trovare riposo, oltre la violenza ed il sangue versato in battaglia. A rimarcare la gravità dell’inverno giunto anzitempo, anche la bellissima partitura di Hitoshi Sakimoto si fa d’un tratto più fredda, lenta, ovattata, i bassi ad echeggiare l’affondo degli stivali dei soldati nella soffice seppur gelida neve ottobrina.

Valkyria Chronicles 4 richiama il giocatore alle armi allo stesso modo in cui quasi dieci anni fa aveva fatto il primo episodio della saga: raccontando la sua storia attraverso le pagine del diario tenuto dal suo protagonista, il giovane Claude Wallace, originario – al pari dei suoi tre amici più stretti ed ora compagni d’arme – di un piccolo paese nell’immaginario Principato di Gallia, Hafen. Seppur condividendo alcuni tratti del Welkin Gunther di Valkyria Chronicles 1 – la fiducia nei propri compagni, innanzitutto, ma anche la convinzione che i nemici affrontati sul campo siano tali solo perché qualcosa di incomprensibilmente sbagliato abbia di fatto deciso così – Claude Wallace è un personaggio più sofferto e complesso, rispetto al suo predecessore; laddove Welkin, tra una battaglia e l’altra, passava il tempo a studiare gli insetti e a prendere appunti sul suo sgualcito taccuino, Claude osserva sempre il cielo, nel tentativo di cogliere anche i più piccoli cambiamenti nel soffiare del vento. Ed il giocatore scoprirà presto come questo suo tratto abbia radici in un doloroso momento della sua infanzia.

L’infanzia è dl’altronde sempre presente, in Valkyria Chronicles 4. Anche sullo sfondo della guerra, l’infanzia detta le scelte dei personaggi del gioco – non solo dei protagonisti, ma anche di tutti gli altri membri della squadra, che in questo capitolo trovano molto più spazio nella dinamica di gioco grazie a missioni speciali unicamente dedicate a loro. Al pari di quanto accade nella vita reale, tuttavia, anche qui l’infanzia è messa in discussione costantemente, e così le sue convinzioni e le sue speranze: non va dimenticato, infatti, che i caratteri digitali di Valkyria Chronicles 4 vivono la guerra, e come ogni guerra, anche questa cerca di trasformarli ad ogni scontro, tentando di corrompere l’amicizia e la fiducia, finendo per minare convinzioni e motivazioni ritenute incrollabili e legittime soltanto un attimo prima.

Proprio come nel primo capitolo della saga, Valkyria Chronicles 4 intervalla battaglie lunghe e complesse con altrettanto lunghe scene di dialogo; e se è vero che tali dialoghi incidono fortemente sulle durata totale del gioco, ogni scontro ne viene profondamente arricchito, in quanto tutti i personaggi schierati in battaglia – grazie alle loro storie – smettono di essere pedine digitali da sacrificare sul campo al solo scopo di vincere uno scontro, per trasformarsi innanzitutto in compagni da difendere e proteggere. La morte, infatti, è permanente in Valkyria Chronicles, ed anche il giocatore più abile si troverà a dovere – anzi, a volere – ricominciare uno scontro, ancorchè lungo e difficile, quando vedrà cadere uno dei propri compagni di viaggio.

Attraverso la sua trama intessuta al contempo di severità e leggerezza, coraggio e paura, tragedia e commedia, Valkyria Chronicles 4 immerge il giocatore in un’avventura che ricorderà a lungo. E se le azioni e le reazioni dei suoi caratteri digitali potrebbero ad un osservatore disattento parere stereotipi, il giocatore riconoscerà presto una semplice verità: l’insieme contraddittorio di emozioni provato nel combattere una guerra con la sola ed unica speranza di poter un giorno tornare a casa non è mai uno stereotipo, bensì il più profondo ed archetipico sentimento dell’uomo di fronte a qualcosa di irrimediabilmente sbagliato.