Il cerchio di Valentina Cortese si è chiuso da Milano il primo gennaio 1923, quando era nata, a ieri sempre a Milano quando ha, finalmente raggiunto, come diceva lei, il suo unico figlio Jack Basehart, scomparso nel 2015. La sua non è una biografia, ma una storia d’altri tempi incredibilmente sopravvissuta sino ai giorni nostri. Che ha raccontato magnificamente nel romanzo autobiografico Quanti sono i domani passati, realizzato con Enrico Rotelli per Mondadori (liberamente riletto da Francesco Patierno nel documentario Diva).

PER LA PICCOLA Valentina la vita comincia per il verso sbagliato. Figlia illegittima, viene affidata alle cure di una coppia di contadini perché mamma di famiglia bene, aveva altro cui pensare e troppo da perdere dallo scandalo. E lì cresce, dando una mano nella nuova famiglia che le vuole davvero bene. Si racconta che nei campi indossasse un fazzoletto per proteggersi dal sole. Una cautela destinata a diventare un vezzo che Valentina non abbandonerà più, presentandosi sempre con un foulard annodato in testa, lasciando che i maldicenti potessero sbizzarrirsi nei confronti della sua capigliatura nascosta, peraltro rigogliosa come mostrato in occasione dell’omaggio alla Duse per la regia di Filippo Crivelli. Sono poi i facoltosi nonni materni a portarla dalla campagna in città per educarla come si deve. Ma lei scalpita, adolescente molla tutto per inseguire un amore travolgente con il direttore d’orchestra Victor de Sabata, di trenta anni più grande, sposato e con due figli. Valentina è di una bellezza raffinatissima, se ne accorge anche il cinema che negli anni della guerra le affida diversi ruoli.

E ALLORA ci prova, come Alida Valli, sua amica. Hollywood. Anche lì gira diversi film con registi e attori importanti. Sino a quando se ne va sbattendo la porta e rompendo il contratto che la legava al potente Darryl F. Zanuck. Valentina era disgustata dall’ambiente e quando a un party il suddetto produttore le mette le mani addosso lei gli getta in faccia un bicchiere di whisky e torna in Italia.

NEL FRATTEMPO ha sposato l’attore Richard Basehart, padre di Jack, dal quale divorzia una decina d’anni dopo. In patria lavora con Antonioni e molti altri registi, come scrive Maurizio Porro «Valentina è l’unica ad esser scelta da tutti i maestri, bipartisan politicamente, socialmente, sessualmente, compresi Visconti, Zeffirelli e Fellini». Ormai alterna cinema e teatro, il Piccolo di Milano, dove vive un’altra travolgente passione, quella che la vede compagna di Giorgio Strehler. Una passione che esplode anche sul palcoscenico con spettacoli indimenticabili, entrati a far parte della storia. Geniale e versatile Valentina non mancherà di far parte anche di un paio di spettacoli in dialetto milanese. Ma è Truffaut che la riporta idealmente a Hollywood quando le affida il ruolo di Séverine in Effetto notte. L’attrice beona e smemorata entrata a far parte della storia del cinema. Per questa interpretazione Valentina Cortese ottiene una candidatura all’Oscar. Vince Ingrid Bergman, che ritirando il premio ha parole generose nei confronti dell’attrice italiana. Poi il matrimonio con l’industriale farmaceutico, Carlo DeAngeli, mentre si diradano le apparizioni in teatro e su grande schermo.

PROBABILMENTE l’ultima volta che è apparsa in pubblico è stata lo scorso anno in occasione della proiezione di Diva. L’omaggio doveroso alla diva o divina, si dice l’ultima, del nostro spettacolo, restia alle apparizioni e alle interviste, ma con un autentico alone di charme e mistero, forse anche tenuto insieme da quei foulard che non ha praticamente mai abbandonato. La camera ardente è allestita al Piccolo Teatro Grassi (via Rovello, dove è stata protagonista), oggi dalle 12 alle 19, domani sino alle 10.30 dopo i funerali presso la chiesa di San Marco.