La lunga giornata del doppio addio – a Roma e a Napoli – a Pino Daniele è iniziata al Santuario del Divino Amore dove, per volere della famiglia e dei figli del cantautore scomparso nella notte del 4 gennaio stroncato da un infarto, si sono tenuti i «primi» funerali. In migliaia a salutare il feretro, molti fan arrivati con torpedoni direttamente da Napoli per poi rientrare per presenziare al secondo rito, tanti striscioni e gli inevitabili applausi all’uscita del feretro. Alla spicciolata arrivano sul sagrato della chiesa romana anche i colleghi; da Jovanotti a Fiorella Mannoia, passando per Nino D’Angelo, Renato Zero, Francesco Regna, James Senese, Tony Esposito e quasi tutti hanno preferito non rilasciare dichiarazioni. Solo Nino D’Angelo ha voluto ricordare il cantante scomparso: «È come se fosse caduto un momumento, uno che stava avanti agli altri di cento anni. Non ci sono parole, è una giornata davvero triste».

Una funzione che non è stata ripresa – per volere dalla famiglia – da nessuna telecamera né da alcun fotografo. La folla ha sostato quindi fuori dalla chiesa e alla fine del funzione, mentre la bara veniva riportata all’esterno, alcuni dei suoi brani più noti sono stati diffusi dagli altoparlanti (da Napul’è a Quanno chiove) e in contemporanea da piazza del Plebiscito i musicisti dell’Accademia mandolinistica napoletano hanno suonato alcuni dei suoi brani. «Il mandolino – ha spiegato Mauro Squillante, uno dei musicisti – era quasi scomparso dalla coscienza musicale del napoletani, ma Pino Daniele lo riprese nell’introduzione di Napul’è, facendogli riprendere il proprio posto nella coscienza musicale dei napoletani». Ma nella giornata dell’ultimo abbraccio della folla, una nuovo capitolo si aggiunge al «giallo» sui soccorsi prestati al cantante nella notte di domenica.

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La Procura infatti sta indagando per omicidio colposo e ha aperto un fascicolo «contro ignoti». Al termine delle due cerimonie è poi stata predisposta un’autopsia per chiarire definitivamente le circostanze che hanno portato il cantante a rifiutare l’autoambulanza e a farsi portare a Roma all’ospedale Sant’Eugenio. Sarà effettuato oggi alle 12 e sarà svolta dai medici legali dell’università La Sapienza, Giorgio Bolino e Vittorio Fineschi, e dal cardiologo Giuseppe Ambrosio, presso l’obitorio comunale partenopeo. Un accertamento a cui è stata favorevole anche la seconda moglie del cantante Fabiola Sciarrabbasi, dalla quale si era separato da più di un anno, che uscendo dalla camera ardente ieri ha dichiarato: «Se è un passaggio necessario a stabilire la verità sulla sua morte». Spingendosi poi – in un’intervista rilasciata all’Ansa e ripresa da diversi siti e quotidiani – a chiedere chiarimenti proprio alla nuova compagna dell’artista, Amanda Bonini: «Amanda era l’unica in macchina con Pino nell’ultimo viaggio, dica tutto quello che sa».

Il procuratore di Grosseto Francesco Verusio ha però voluto sottotolineare come sia stato: «Aperto un fascicolo per atti successivi alla morte, non un’inchiesta: abbiamo acquisito l’informativa dei carabinieri. Invieremo tutto a Roma». L’informativa di cui parla il procuratore è stata svolta dai militari di concerto con la procura, sentendo alcune persone vicine all’entourage dell’artista scomparso. I carabinieri di Orbetello, tra il 5 e ieri, hanno inoltre acquisito la registrazione della telefonata di richiesta di soccorso al 118 di Grosseto e gli altri atti relativi agli orari di intervento dell’ambulanza. Documentazione che non ha rilevato anomalie rispetto alla ricostruzione fatta dall’Asl di Grosseto nei giorni scorsi: il 118 ricevette alle 21.12 la richiesta di soccorso da un cellulare.

«Non so chi abbia chiamato, era un uomo, immagino una persona dell’entourage» ha dichiarato Robusto Biagioni, il responsabile del 118 grossetano, in un’intervista a un quotidiano toscano, il Corriere di Maremma. Lo stesso telefono cellulare è stato contattato all’incirca alle 21.28 dal medico, una dottoressa, dell’equipaggio partito da Orbetello alle 21.15: l’ambulanza, arrivata in prossimità dell’abitazione di Pino Daniele, chiedeva maggiori precisazioni sull’indirizzo. Chi rispose al cellulare spiegò che la persona per la quale era stato richiesto il soccorso stava andando nella capitale. Alle 21.31 la comunicazione dell’ambulanza al 118 della chiusura dell’intervento.