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Vaccini, stop e si riparte. L’ordinanza di Figliuolo: priorità per fasce d’età

Vaccini, stop e si riparte.  L’ordinanza di Figliuolo: priorità per fasce d’etàMilano. Centro vaccinale contro il covid 19 presso l’ospedale Niguarda – LaPresse

Sospesa la prima somministrazione agli insegnanti. In arrivo, mercoledì prossimo, le prime 180 mila dosi di Johnson& Johnson. Ieri 344 morti, 17.567 nuovi contagi su 320.892 tamponi, il tasso di positività sale al 5,47%

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 11 aprile 2021

Alle Regioni è stata trasmessa alle prime ore dell’alba di ieri, la nuova ordinanza firmata dal commissario straordinario Francesco Figliuolo che recepisce le indicazioni del premier Draghi e ristabilisce l’assoluta priorità delle vaccinazioni anti Covid-19 per gli over 80 e per le persone fragili. Il criterio dell’età dovrà prevalere su quello delle categorie precedentemente indicate dal ministero della Salute, che pure rimangono in lista. È uno sprone a «procedere con la massima celerità a vaccinare coloro i quali, dalle evidenze scientifiche ad oggi disponibili, risultano più vulnerabili qualora infettati dal virus Sars-Cov-2», è scritto nell’ordinanza numero 6 del generale.

Intanto è atteso per la prossima settimana, tra martedì e mercoledì, nell’hub della Difesa a Pratica di Mare, il primo carico di 180 mila fiale del vaccino Johnson & Johnson. Entro aprile, quando secondo Draghi tutti gli over 80 dovranno aver ottenuto anche il richiamo, sono attese 400-500 mila dosi del siero americano.

I NUMERI DI IERI, giustificano ancora la fretta: 344 morti nelle ultime 24 ore, 17.567 nuovi contagi su 320.892 tamponi eseguiti, meno del giorno prima, per un tasso di positività che sale al 5,47%. Nelle terapie intensive sono entrati altri 186 malati, per un totale di 3.588 posti occupati. Negli altri reparti, i ricoverati Covid con sintomi sono 27.654, che si sommano ai 501.843 in isolamento domiciliare. Ai primi posti nella classifica delle regioni più colpite ci sono Lombardia, Veneto, Campania, Emilia Romagna, Piemonte e Lazio.

DUNQUE LA LISTA delle priorità, disegnata con il decreto ministeriale del 12 marzo 2021, viene così rivista: il vaccino spetta innanzitutto alle persone sopra gli 80 anni, a quelle con elevata fragilità e ai loro familiari conviventi, ai caregiver o ai relativi affidatari. Poi si scende di fascia d’età con le persone tra i 70 e i 79 anni e, a seguire, tra i 60 e i 69 anni, utilizzando prevalentemente AstraZeneca. Di conseguenza nei territori come il Friuli Venezia Giulia, dove la campagna di vaccinazione aveva investito anche altre fasce d’età, «vengono sospese le prenotazioni e rinviate le prime somministrazioni di vaccino già programmate per le persone di età inferiore ai 60 anni compiuti di tutte le categorie», come ha comunicato il vicegovernatore Riccardi.

IN OGNI CASO, l’ordinanza di Figliuolo prescrive che venga «completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario e sociosanitario, in prima linea nella diagnosi, nel trattamento e nella cura del Covid-19 e di tutti coloro che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private. A seguire, sono vaccinate le altre categorie considerate prioritarie dal Piano nazionale, parallelamente alle fasce anagrafiche secondo l’ordine indicato. Le persone, che hanno già ricevuto una prima somministrazione, potranno completare il ciclo vaccinale col medesimo vaccino».

IN EFFETTI, a più di tre mesi dall’inizio della campagna, solo il 38,79% degli over 80 ha ricevuto entrambe le dosi di vaccino, il 68,2% solo la prima dose. Nella fascia d’età successiva (70-79) sono addirittura solo il 2,48% coloro che hanno ottenuto la vaccinazione completa e il 19,89% quelli in attesa del richiamo. Secondo un calcolo del matematico Giovanni Sebastiani del Cnr, «al momento andrebbero somministrate circa 14 milioni e 500 mila dosi per arrivare alla vaccinazione completa delle tre fasce (dai 70 anni in su, ndr), che richiederebbe circa un mese se venissero somministrate 500 mila dosi al giorno».

Ma i dati, estrapolati dal report del governo aggiornato ieri, mostrano che delle 3.284.930 dosi distribuite in 7 giorni ne sono state inoculate soltanto 2 milioni. Altro che 500 mila al giorno, già promessi del Commissario straordinario. Che ci sia un problema di fornitura dei sieri non c’è dubbio, ma va sottolineato che a parità di disponibilità le Regioni viaggiano a velocità molto differenti. Troppo. Se le province di Trento e Bolzano hanno già oltre il 62% della popolazione over 80 vaccinata anche con il richiamo, la Sardegna e la Toscana – solo per fare un esempio – si fermano al 23,14% e al 27,06%.

Per non parlare dei 70 -79enni che in sette Regioni sembrano dimenticati: Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria hanno vaccinato neanche il 2% degli anziani di questa fascia d’età. Nelle Rsa, invece, oltre il 75% di ospiti e personale sanitario ha ricevuto entrambe le dosi, oltre il 91% solo la prima.

CON L’ORDINANZA del generale Figliuolo si sospende la somministrazione della prima dose al personale scolastico che non l’ha ottenuta ancora (ma sono pochi: solo il 28% circa; gli altri hanno avuto quasi tutti Astrazeneca). Di questa battuta d’arresto se ne rammaricano i sindacati. Lunedì mattina però sono stati già convocati al ministero dell’Istruzione per un confronto sul nuovo piano.

SI FANNO SENTIRE anche le sigle sindacali della polizia penitenziaria, perché nelle carceri la campagna di vaccinazione era appena cominciata mentre i focolai sono tanti (in 17 istituti) e sempre più attivi e pericolosi. Anche per la popolazione “libera”. Nel Lazio l’assessore alla Sanità D’Amato ha annunciato che le prime 18 mila dosi del vaccino Johnson saranno comunque usate prevalentemente nei penitenziari, dove ancora la campagna di vaccinazione non è ancora iniziata.

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