Dopo il vaccino sperimentale anti-Covid di AstraZeneca, anche i test su quello della Johnson & Johnson si blocca a causa di una reazione avversa in uno dei volontari. Lo rivela un documento inviato dall’azienda ai ricercatori che stanno testando il vaccino su 60 mila persone in America Latina, Usa e Sudafrica.

Nel caso del test di AstraZeneca, fermato dopo che un volontario aveva sviluppato una malattia neurologica, lo stop era durato pochi giorni (ma non negli Usa, dove gli accertamenti sono ancora in corso). Anche in questo caso la pausa potrebbe essere temporanea. A deciderlo sarà il Comitato di vigilanza sui dati e sulla sicurezza, un gruppo indipendente di esperti incaricato di monitorare la correttezza dello studio.

Lo stop dei test non è un evento raro. «Se un trial viene fermato a causa di una malattia senza spiegazioni in un partecipante per far investigare il Comitato di vigilanza, significa che la sperimentazione sta procedendo secondo le regole» ha spiegato la virologa canadese Angela Rasmussen.

L’azienda non ha diffuso nessun’altra informazione sulla reazione avversa osservata. «Dobbiamo rispettare la privacy del partecipante» è la dichiarazione ufficiale della società. Le società farmaceutiche sono molto restie a condividere informazioni che possono generare dubbi sulla sicurezza dei vaccini in fase di studio. Molti ricercatori però chiedono maggiore trasparenza alle società che stanno sviluppando vaccini. La velocità elevata con cui procedono gli studi è incompatibile con i normali standard di controllo sulla sicurezza e sull’efficacia. Oltre al rischio di commercializzare un vaccino pericoloso, la mancanza di informazioni può ritorcersi contro le stesse vaccinazioni. «Quando un vaccino sarà disponibile, la fiducia dell’opinione pubblica sarà decisiva per garantire l’effetto del vaccino sulla salute pubblica. E la fiducia richiede trasparenza», ha detto a Nature Marie-Paule Kieny, immunologa all’istituto francese Inserm di Parigi.

Oltre che dalla diffidenza della cittadinanza, la distribuzione dei vaccini potrebbe essere frenata dai monopoli commerciali creati dai brevetti. Un vaccino, infatti, non può essere prodotto da aziende diverse da quella che lo ha brevettato se non su licenza (a pagamento) del produttore. Questo limiterà le dosi disponibili e farà impennare i prezzi di vaccini e farmaci anti-Covid.

Giovedì e venerdì, l’Organizzazione Mondiale del Commercio si riunirà a Ginevra per discutere le regole che riguardano i brevetti. In quella sede, i governi di India e Sud Africa proporranno di sospendere i brevetti su vaccini e farmaci anti-Covid per tutta la durata dell’emergenza, come avvenne per l’Hiv dopo una durissima battaglia dei pazienti contro le società farmaceutiche.

L’Ong Medici Senza Frontiere (Msf) ha chiesto a tutti i paesi di appoggiare la proposta. «Non ha senso parlare di brevetti e profitti delle multinazionali finché il mondo dovrà fronteggiare la minaccia del Covid-19», ha dichiarato Leena Menghaney, a capo della campagna per l’accesso ai farmaci di Msf.