Dalla clamorosa critica del presidente della Commissione parlamentare sulla Sanità, Erwin Rüddel, sulla «somministrazione arbitraria del farmaco», all’incredibile «lotteria del vaccino nelle case di riposo per stabilire chi deve ricevere la dose per primo» denunciata via Twitter dall’ex segretario di Stato, Lutz Stroppe. Dall’accusa al governo Merkel che «non ha comprato fiale sufficienti» della neurologa dell’Accademia delle Scienze (Leopoldina), Frauke Zipp, alla polemica innescata dal presidente dell’Ordine nazionale dei medici, Klaus Reinhardt, convinto che «gli anziani nelle Rsa non sono sufficientemente protetti e i test sul personale sanitario non vengono condotti con la giusta regolarità».

Inizia molto male il 2021 per il ministro della Sanità, Jens Spahn, al centro dei riflettori non solo mediatici per le inefficienze nella tabella di marcia sui vaccinati (ieri erano 165 mila) che i tedeschi considerano «in forte ritardo rispetto a Israele».

Anche se a pesare è soprattutto l’incessante, spaventosa, conta delle vittime dopo il record di mille morti in 24 ore raggiunto all’inizio della settimana. Non aiuta, inoltre, la nera previsione del deputato Karl Lauterbach, esperto della Sanità della Spd, che prefigura: «Di fronte a noi ci aspettano i tre mesi peggiori. La situazione potrà migliorare soltanto a partire da aprile, quando forse potremo vedere la luce in fondo al tunnel».

Fa il paio con l’allarme lanciato dal quartiere generale di Magonza da Ugur Sahin, fondatore di Biontech, pronto a spiegare agli esperti della logistica federale come lo stock prodotto dalla sua azienda «non è sufficiente al fabbisogno attuale» appellandosi su Der Spiegel per l’aumento delle dosi e sulla necessità di diversificare i tipi di vaccino tutt’ora in attesa dell’approvazione definitiva da parte dell’ente europeo.

Tuttavia, la “bordata” che più delle altre investe in pieno la Grande coalizione guidata dalla “scienziata” Angela Merkel resta la denuncia dei calcoli sbagliati sulle dosi ordinate la scorsa estate. «La situazione di oggi rappresenta un grave fallimento. Perché il governo centrale non ha ritenuto di prenotare per sicurezza un numero maggiore di vaccini al momento dell’ordine?» è la domanda che parte dalla Leopoldina e fa il giro dell’intero esecutivo. Accusato, come se non bastasse, anche dal governo di Berlino per i forti ritardi nella somministrazione del farmaco «non arrivato in misura sufficiente agli hub della capitale».