Quattro bambini rimandati a casa a Milano, 4 in una scuola di Sulmona, tre nel Lazio, alcune decine in Sardegna. Ed è solo il primo bilancio. Mentre l’Istituto superiore di sanità annuncia che l’obiettivo è stato raggiunto e le coperture vaccinali sono sopra il 95 per cento (garantendo quindi «l’immunità di gregge»), le scuole stanno traducendo nella pratica quel che prescrive la legge sull’obbligo vaccinale varata a luglio. Disposizioni che non a tutti paiono chiarissime, sebbene Miur e Salute in una circolare dello scorso 27 febbraio – inviata ad assessori alla sanità, uffici scolastici regionali e presidi – abbiano dato le indicazioni operative del caso ribadendo che il termine del 10 marzo per la presentazione della documentazione relativa all’adempimento degli obblighi vaccinali per le famiglie vale per tutte le Regioni.

E in serata il ministero della Salute ha ribadito che «non sono previste proroghe alla scadenza del 10 marzo per assolvere all’obbligo vaccinale: «vale per tutte le Regioni, anche per quelle che hanno aderito alla procedura semplificata».