Dal palcoscenico internazionale del G7, il presidente Usa Joe Biden ha ripetuto che l’era trumpiana è chiusa: «L’America è tornata, l’alleanza transatlantica è tornata», ha dichiarat senza mai nominare Trump ma con l’evidente intento di seppellire definitivamente gli ultimi 4 anni.

Biden ha chiesto il ripristino dell’alleanza transatlantica, sottolineando che «La democrazia non nasce per caso. Dobbiamo difenderla»lodando il potere delle alleanze, parlando di un’America che per prima sta affrontando le sfide all’esperimento democratico.

«Dobbiamo dimostrare che il nostro modello non è una reliquia della storia – ha detto Biden facendo un chiaro riferimento a Cina e Russia – Dobbiamo dimostrare che le democrazie possono ancora garantire i nostri popoli in questo mondo cambiato. Questa è la nostra missione galvanizzante. La democrazia va rafforzata, rinnovata». In netto contrasto con Trump, che in diverse occasioni si era rifiutato di riconoscere le responsabilità degli Usa ai sensi dell’articolo V della Nato, di andare in aiuto degli alleati, Biden ha promesso che «manterremo fede agli obblighi. Un attacco a uno è un attacco a tutti», ma ha anche spinto l’Europa a pensare alle sfide in un modo nuovo, diverso da quello della guerra fredda: «Dobbiamo prepararci insieme per una competizione strategica a lungo termine con la Cina», ha detto Biden, definendo «cyberspazio, intelligenza artificiale e biotecnologia» i nuovi campi della competizione.

Nelle parole del presidente Usa deve essere necessariamente l’Occidente a stabilire ancora una volta le regole su come queste tecnologie devono essere utilizzate, e non Russia e Cina. Biden si è riferito a Putin soffermandosi in particolare sulla necessità di rispondere all’attacco SolarWinds mirato alle reti informatiche federali e private. Per l’emergenza data dalla pandemia Biden ha promesso 4 miliardi di dollari in aiuti statunitensi, suddivisi in due parti: i primi due miliardi da elargire nel 2021 e ulteriori 2 miliardi che arriveranno nei successivi due anni.

Questa mossa è stata spiegata agli americani dal presidente stesso durante la sua visita allo stabilimento Pfizer in Michigan dove Biden ha fatto un breve discorso sottolineando che è necessario aiutare gli altri Paesi a sconfiggere la pandemia, in quanto «Non esiste un muro abbastanza alto per tenere lontano un virus».
In un discorso di venti minuti seguito da altri dieci minuti di risposta alle domande dei giornalisti, Biden in Michigan ha ripetuto ancora una volta la necessità di seguire la scienza: «Questo è lo sforzo logistico più difficile che gli Stati Uniti abbiano intrapreso in tempo di pace», ha detto, reiterando la promessa secondo la quale da fine luglio chiunque vorrà un vaccino, potrà averlo senza più restrizioni di fasce anagrafiche, lavorative o sanitarie.

Davanti a uno striscione con la scritta «La scienza vincerà», Biden ha ripetuto che una distribuzione rapida ed equa dei vaccini contro il coronavirus non è un’opzione, ma è letteralmente – per tutti e non solo per gli statunitensi -una questione di vita o di morte.

La settimana scorsa la Casa Bianca ha stipulato un contratto con Pfizer per altri 100 milioni di vaccini che vanno ad aggiungersi a un ordine per 200 milioni di dosi assicurate dall’amministrazione precedente.
«Non posso darvi la data in cui questa crisi finirà – ha detto Biden – Posso dirvi che stiamo facendo di tutto per far sì che quel giorno arrivi il prima possibile. Tutti voi che lavorate qui in questa struttura state facendo alcuni dei lavori più importanti che possono essere fatti in questo momento storico».