Il governo a interim di Michel Temer, in Brasile, perde un altro pezzo e mostra una volta di più natura e interessi che guidano l’impeachment contro la presidente Dilma Rousseff. Fabiano Silveira, nominato di recente ministro di Trasparenza, fiscalità e controllo si è dimesso dopo la diffusione di un nuovo audio che conferma le trame delle destre per fermare l’inchiesta Lava Jato.

Nella registrazione, diffusa dalla rete Globo, Silveira consiglia ai suoi sodali implicati nella Lava Jato come liberarsi dell’indagine sui fondi neri dell’impresa petrolifera Petrobras, che coinvolge partiti, funzionari e uomini politici brasiliani. Silveira, nominato il 12 maggio per “combattere la corruzione”, dà consigli legali al presidente del senato, Renan Calheiros su come liberarsi dall’inchiesta in cui è coinvolto.

Calheiros è l’uomo che ha presieduto al Senato l’impeachment contro Dilma. Nel quadro della Lava Jato, l’ex senatore Delcidio Amaral, del Partito dei lavoratori (Pt), lo accusa di essere a capo di una rete di corruzione, insieme a Sergio Machado, ex presidente di Transpetro (una società controllata dalla Petrobras): a vantaggio di numerosi membri del Partito del movimento democratico del Brasile (Pmdb), a cui appartiene Temer. Al momento della registrazione, Silveira era assessore del Senato e membro del Consiglio nazionale di giustizia.

Nell’audio, il ministro parla di Lava Jato anche con Machado, inquisito dalla procura di stato. Per la diffusione di un’altra registrazione di analogo contenuto, una settimana fa ha rinunciato il ministro della Pianificazione, Romero Juca. Rivolto a Machado, Juca affermava che per «fermare tutto», serviva «un cambio di governo per smettere di sanguinare».

Dalle parole di Juca, registrate tre mesi fa, emergeva la strategia ordita per espellere Rousseff dal governo e applicare un “piano nazionale”: con l’appoggio delle forze più reazionarie come le cerchie militari coinvolte nella passata dittatura. Emergeva anche il sostegno finanziario erogato alla ong che ha ufficialmente promosso l’impeachment da parte di quattro importanti partiti, tra i quali quello di Temer e Eduardo Cunha, il Pmdb, ex alleato del governo.

Cunha, un bandito politico che guida le potenti chiese evangeliche, è stato sospeso dalla presidenza della Camera per rispondere alle numerose accuse a suo carico: “Ma è lui il vero capo del governo Temer”, ha detto Dilma. E anche Temer è a rischio di impeachment per corruzione. Il suo figlio minore, noto come Michelzinho, possiede almeno due proprietà di valore superiore ai 2 milioni di reales brasiliani (556.680 dollari). E ha solo 7 anni, compiuti il 2 maggio. Secondo un comunicato dell’attuale Presidenza del Brasile, si è trattato di un regalo di compleanno, come anticipo sull’eredità.

A buon diritto, Dilma Rousseff ha definito l’impeachment “un circo grottesco”: ove una pletora di corrotti la stanno giudicando per un’accusa inesistente, quella di aver truccato il bilancio, facendosi anticipare dalla banca i soldi per i programmi sociali . Una pratica chiamata “pedalata” e frequente in Brasile.

Silveira, che Temer avrebbe voluto mantenere nell’incarico, è stato “convinto” alle dimissioni anche dalla decisa protesta del personale del ministero, che gli ha impedito di rientrare nell’edificio: “Fabiano Silveria, per aver partecipato a oscure riunioni in cui ha dato consigli a persone indagate, ha dimostrato di non possedere i requisiti per dirigere un organismo che vigila sulla trasparenza pubblica e combatte la corruzione”, ha scritto il Sindacato nazionale degli analisti e dei tecnici di Finanza e controllo.

Movimenti e organizzazioni popolari mantengono la mobilitazione e condannano il golpe parlamentare contro la presidente. Si moltiplicano le manifestazioni al grido di “Fuori Temer”. Il Frente Brasil Popular e la Central de Trabajadores y Trabajadoras de Brazil hanno convocato una marcia denominata Giornata nazionale in difesa della Sicurezza sociale: con l’obiettivo di respingere il pacchetto di misure neoliberiste annunciate da Temer contro i piani sociali dei precedenti governi del Pt a favore dei settori popolari.

Da febbraio ad aprile del 2016, il Brasile ha registrato l’indice di disoccupazione più alto dal 2012 (quando hanno preso avvio le indagini di settore): 11,2%. Le persone rimaste senza lavoro sono state 11,4 milioni. Le organizzazioni popolari hanno rimproverato a Rousseff di aver contato troppo sulle fragili alchimie istituzionali e poco sulle sinistre e i movimenti, e ora premono per liberarsi del “governo di fatto” e dare avvio a un processo di riforme strutturali. Dopo il rovescio subito dal governo Rousseff, pugnalato alle spalle dai suoi alleati centristi, il Pt ha fatto autocritica e promesso una svolta a sinistra. E quello dell’Assemblea costituente è un obiettivo che ha conquistato sempre più consensi a sinistra.

Ma, intanto, domani il Senato decide se approvare il calendario presentato la settimana scorsa dal relatore della Commissione dell’Impeachment, il senatore Antonio Anastasia, del Partido de la Social Democracia Brasileña (Psdb), che ha fissato per il 2 agosto il voto finale del processo.