Tra i film dell’onda nera jugoslava che facevano disperare i censori c’era anche un’inconsueta ala erotica rappresentata dal giovane Dusan Makavejev, classe 1932. Non che negli altri film mancassero aspetti di libertà che in Italia neanche si potevano immaginare, ma addirittura toccare la liberazione sessuale di Wilhelm Reich il grande perseguitato in quel fantasmagorico collage WR I misteri dell’organismo fu considerato oltraggioso perfino per Tito che stabilì l’allontanamento del regista dal paese nel 1972. Il libro, diceva Makavejev, lo aveva trovato nella biblioteca dell’università, sezione «marxismo dialettico» (nelle biblioteche americane si accorgerà che alcuni testi erano stati fatti sparire fin dagli anni cinquanta e Reich «al rogo»). E gli costò l’espulsione dal partito comunista.

L’HUMOUR applicato al socialismo reale portava a evidenziare situazioni paradossali come era stato nel suo film d’esordio L’uomo non è un uccello (’66), corteggiamento tra una barbiera e un metalmeccanico medaglia d’oro, in un tripudio di personaggi (circensi e playboy) che sembravano fatti apposta per intralciare il corretto svolgimento dei piani quinquennali.

Come si esercitava il controllo delle autorità? gli avevamo chiesto una volta: «Gli stati federali della Jugoslavia godevano di autonomia , mentre il governo centrale aveva un’importanza secondaria. Nel dopoguerra iniziarono registi giovanissimi, io appartengo alla seconda generazione e non era facile trovare spazio. C’erano momenti ciclici di isterismo nella classe politica e noi imparavamo ad avere sangue freddo. Dicevamo: se siamo così fuori linea perché non ci arrestate?. No, siete pieni di talento ci rispondevano. Era un rapporto familiare come tra padre e figlio e se avevamo problemi in Serbia andavamo a fare film in Slovenia che era lo stato più aperto o in Croazia che era una via di mezzo. Avevamo i nostri trucchi e per dire cose politicamente scorrette le mettevamo in bocca ai vecchi».

Già i suoi cortometraggi non erano state frecciatine quelle che aveva lanciato, ma macchine da guerra contro i burocrati in film come Non bisogna credere ai monumenti o Parada e poi una lettura marxista di Biancaneve, la faccia nascosta dei cortei, il dietro le quinte del primo maggio, i paradossi delle trattative sindacali…

È ANCORA vietato in Canada e in Gran Bretagna tra gli altri paesi il suo esplicito Sweet Movie (lo diceva solo pochi anni fa) realizzato in Canada con Pierre Clementi marinaio di nome Bakunin e Mr Dollar «tutto»d’oro. La Svezia, considerato il paese più aperto d’Europa lo accoglie per Montenegro (o le perle e i porci) dove mettere a confronto erotico una casalinga e un immigrato dell’est (per non correre rischi si specifica: da una storia vera»). Zabranjeni bez zabrane (censurati senza censura) era il documentario visto a Trieste alcuni anni fa dove i registi jugoslavi raccontavano tutte le strategie per superare gli ostacoli. Arrivati in occidente restava quello di trovare il budget.