La polizia statunitense è nell’occhio del ciclone. A pochi giorni di distanza sono due i casi shock che hanno sconvolto l’opinione pubblica. Prima l’uccisione del teenager afro-americano Michael Brown, freddato da un agente a Saint Louis, in Missouri, la cui morte ha provocato una rivolta nel sobborgo di Ferguson. Lunedì il secondo caso: a Los Angeles la polizia ha ucciso un altro ragazzo, Ezell Ford, 24 anni, anche lui nero, colpito da vari colpi mentre era disteso a terra. Entrambe le vittime – secondo quanto riferito dai testimoni – erano disarmate e stavano obbedendo agli ordini degli agenti. Trasportato in ospedale, Ford è stato sottoposto a un intervento chirurgico ma è poi morto. Gli agenti dell’area – raccontano le testimonianze – erano tutti a conoscenza dei problemi mentali del ragazzo. Il nuovo episodio ha indotto Barack Obama a intervenire, per la seconda volta in cinque giorni: «Chiedo a tutti di ricordare il ragazzo tramite la riflessione. Dobbiamo consolarci l’un l’altro, e parlarci in modo da alleviare il dolore, non di aumentarlo» ha detto, assicurando che il Dipartimento di Giustizia continuerà a indagare.