A nove settimane dal voto la campagna elettorale di Hillary Clinton diventa più aggressiva. Se fino ad ora la candidata democratica ha sostanzialmente lasciato che Trump si distruggesse con le sue stesse mani, ora, anche in vista dei dibattiti presidenziali, si passa a degli attacchi più mirati ed il tema principale di questi giorni è quello della sicurezza nazionale.

Ricordando il proprio mandato come segretario di Stato, Hillary Clinton, durante un suo comizio a Tampa, in Florida, Stato tradizionalmente repubblicano ma che nelle ultime due tornate elettorali ha sempre votato per Obama, ha demolito la credibilità di Trump in tema di sicurezza nazionale, dipingendolo come un uomo d’affari pasticcione, incapace di servire come comandante in capo. «Dice di avere un piano segreto per sconfiggere Isis. Il segreto è che lui non ha un piano», ha detto Clinton in un discorso grondante scherno diretto al rivale repubblicano.

Questo attacco arriva una settimana dopo lo sforzo di Trump per rafforzare le proprie credenziali riguardo la politica estera attraverso un viaggio in Messico, viaggio che Clinton ha definito «un incidente internazionale imbarazzante; non pago ha dato vita a una guerra su Twitter con il presidente del Messico – ha aggiunto – è caratterialmente incompetente e non idoneo a diventare il presidente degli Stati uniti». La reazione di Trump è arrivata dalla Virginia; interpellato sull’uso di Hillary Clinton di un server di posta elettronica privata, quando era segretario di Stato, Trump ha risposto con una battuta. «È una risposta troppo lunga – ha detto ridendo – potrebbe andare avanti per giorni».

Ma non ci si limita alle battute, secondo una fonte anonima dell’entourage di Trump, «The Donald» è intenzionato a contrastare la visione in campo di politica estera di Clinton, che Trump ha definito «avventurismo militare», mentre lui avrebbe un approccio più cauto. La politica estera e la sicurezza nazionale sono ora due elementi decisivi; un recente sondaggio Cnn/Orc, mostra come Trump abbia guadagnato terreno tanto che ora i due candidati sarebbero sostanzialmente testa a testa, a livello nazionale, tra i probabili elettori.

Il sondaggio ha rilevato che il pugno di ferro di Trump in materia di terrorismo e le sue posizioni riguardo la politica estera, rassicurerebbero di più gli elettori interpellati dai sondaggisti Mercoledì sera, sia Clinton che Trump saranno entrambi a New York a una tavola rotonda ospitata da «Iraq e Afghanistan Veterans of America», dove i candidati risponderanno separatamente a domande riguardanti proprio la sicurezza nazionale.

In un’anteprima di quello che dirà, Clinton ha ricordato la delicata decisione del 2011 presa nella «Situation Room» della Casa bianca, sull’inviare o meno una squadra del Navy Seals per sferrare un raid in un compound in Pakistan dove si riteneva fosse nascosto Osama bin Laden. «Sarebbe stato un attacco missilistico? Un bombardamento? – ha ricordato Clinton – Io sono stata una di quelli che ha pensato valesse la pena correre il rischio».

Questa rinnovata enfasi sulla sicurezza nazionale coincide con la notizia che 88 generali in pensione e funzionari militari, hanno diffuso una lettera aperta in sostegno di Trump, affermando che la sua presidenza costituirebbe una «correzione di rotta nel nostro approccio alla sicurezza nazionale».

Interrogata su tale appoggio, durante una conferenza stampa, Clinton ha risposto fingendo di levarsi della polvere dalla giacca: «Parliamo dell’approvazione di 88 ufficiali? – ha detto – noi contiamo sull’appoggio di oltre 89, ma chi li conta?»