Domenica negli Stati uniti sono cominciate le retate chieste da Trump e indirizzati contro circa 2mila famiglie di immigrati illegali su cui pesa un ordine di espulsione. Ma al momento, stando alle dichiarazioni di molti gruppi che si occupano di difendere gli immigrati, non ci sono notizie sulla cattura di nessuno, almeno a Baltimora, Chicago o New York.

L’annuncio dell’inizio delle retate ha seminato il terrore tra gli immigrati privi di documenti. «Molti hanno fatto scorta di generi alimentari progettando di rimanere a casa con luci e aria condizionata spente e le persiane chiuse – dice Daisy Cohen, volontaria newyorchese che si occupa di difesa dei migranti – Alcuni non vanno neanche al lavoro».

Sono stati presi d’assalto i numeri verdi aperti dai governi locali per dare informazioni e supporto legale per difendersi dalle retate del braccio armato di Trump, l’Ice, Immigration and Customs Enforcement, la controversa agenzia federale parte del Dipartimento della sicurezza interna degli Stati uniti e responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione.

«La persona che viene a fare le pulizie da me – ci raccontano anonimamente – è nascosta a casa mia visto che io sono al mare con la mia famiglia. Quando noi torneremo in città, lei e la sua famiglia verranno nella casa al mare. Molte persone che conosco stanno facendo questo genere di cose».

In molte città i governi locali e i gruppi di difesa si sono organizzati per aiutare gli immigrati: a Chicago sono stati stampati volantini per informare gli illegali dei loro diritti e si incoraggiano i residenti ad attaccarli ovunque e ad esercitare i propri privilegi di cittadini americani per difendere gli immigrati. I sostenitori della Georgia Latino Alliance for Human Rights di Atlanta vanno nei negozi e centri commerciali latinoamericani distribuendo volantini e facendo informazione capillare.

Sheila Jackson Lee, deputata del Texas ha detto che legali esperti in materia di immigrazione saranno a tempo indeterminato nel suo ufficio di Houston per fornire risorse legali a individui in cerca di informazioni sui raid, che lei ha definito «draconiani».

Il direttore del Dipartimento per la cittadinanza e l’immigrazione degli Stati uniti, Ken Cuccinelli, ha minimizzato dicendo che le retate non sono che una normali prassi: «Questo è il lavoro dell’Ice di ogni giorno, gli agenti stanno solo facendo il loro lavoro», ha detto. E quando un giornalista gli ha chiesto se i bambini sarebbero stati separati dai loro genitori, Cuccinelli ha risposto che questo costituisce solo «un dettaglio operativo».

L’amministrazione Trump, d’altro canto, ha accusato le famiglie di sfruttare le scappatoie legali che consentono di avere un permesso negli Stati uniti mentre attendono l’iter delle richieste di asilo e ha cancellato le protezioni per gran parte dei migranti centroamericani, vietando loro di chiedere asilo negli Usa se ci sono arrivati attraversando un altro Paese, come capita a decine di migliaia di persone provenienti dall’America centrale che attraversano il Messico prima di avanzare le loro richieste di asilo negli Stati uniti.

Immediatamente gli avvocati della American Civil Liberties Union nazionale hanno affermato che questa nuova regola dell’amministrazione Trump non ha basi legali, anzi, è «palesemente illegale», come ha detto l’avvocato della Aclu, Lee Gelernt: «Per la legge statunitense sull’immigrazione e la cittadinanza negli Stati uniti – ha spiegato Gelernt – chiunque può chiedere asilo alla frontiera indipendentemente da come vi è arrivato».

Per il procuratore generale Bill Barr, fedelissimo di a Trump, invece, «questa regola è un esercizio legale di autorità fornito dal Congresso per limitare l’ammissibilità dell’asilo». «Gli Stati uniti sono un paese generoso ma sono sopraffatti dal peso derivante dall’elaborazione di centinaia di migliaia di stranieri lungo il confine meridionale – ha scritto Barr in una nota – Questa regola ridurrà il numero di migranti economici e di chi cerca di sfruttare il nostro sistema di asilo per ottenere l’ingresso negli Usa». A oggi sono oltre 800mila le richieste di asilo pendenti: nel 2018 ne sono state mosse 162.060, 13.168 quelle accolte.