Cambia il nome ma non l’ideologia. Dopo giorni di supposizioni (al Nusra, braccio siriano di al Qaeda, sarebbe uscito dalla rete madre per farsi togliere dalla lista delle organizzazioni terroristiche) arrivano le dichiarazioni ufficiali Usa: il Comando Centrale statunitense, Centcom, ha fatto sapere che sull’ex al Nusra, oggi Jabhat Fatah al-Sham, resterà l’etichetta di gruppo terroristico perché ancora fedele «ad un’agenda terroristica».

L’uscita della milizia da al Qaeda, avvenuta la scorsa settimana e ufficializzata dalla prima apparizione in video del leader al Jolani, era stata benedetta dalla stessa rete globale. L’obiettivo è quello di porsi a capo di una coalizione di gruppi islamisti siriani (oggi divisi e teoricamente meno efficaci nella lotta a Damasco) ma non solo: lo stesso al-Jolani l’ha presentata come il modo per «rimuovere le scuse usate dalla comunità internazionale per bombardare i musulmani nel Levante».

Ma Washington rassicura: «La posizione Usa su al Nusra non è cambiata, rimane una minaccia legittima. Forse hanno cambiato il nome ma non l’agenda».

I raid – per lo più russi – contro l’ex al Nusra dunque continueranno soprattutto a seguito della decisione Usa a coordinare le operazioni aeree con Mosca. Di fondo, però, resta una palese contraddizione: alleati degli ex qaedisti sono i gruppi salafiti Ahrar al-Sham e Jaysh al-Islam, da subito accolti al tavolo del negoziato di Ginevra.