La variante Omicron ha scombussolato gli Usa che avevano appena riaperto le frontiere con l’Europa. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) a New York una fiera di fumetti giapponesi che si è tenuta dal 19 al 21 novembre, attirando 53.000 visitatori, potrebbe essere il primo caso di studio Usa sulla diffusione della variante Omicron.

La scorsa settimana i funzionari sanitari del Minnesota avevano riferito che un loro residente era risultato positivo alla variante dopo aver partecipato alla fiera, diventando il secondo caso di omicron rilevato in Usa; da allora i casi hanno cominciato a moltiplicarsi in almeno altri 18 Stati.

Il governatore di New York Kathy Hochul e il sindaco Bill De Blasio hanno tenuto una conferenza stampa congiunta per annunciare le nuove misure, fra cui l’estensione dell’obbligo vaccinale anche ai lavoratori delle scuole private, oltre che di quelle pubbliche, l’incentivo a vaccinarsi e a fare la terza dose senza limiti di età e condizioni pregresse, ma non hanno cancellato nessuno dei grandi eventi in calendario, incluso il Capodanno a Time Square.

Per fare fronte alla nuova emergenza si sta muovendo anche il governo federale, nel tentativo di dare un’unità alle frammentazioni delle leggi statali dipendenti dalla tendenza politica degli Stati. Il presidente Biden durante un discorso dal National Institutes of Health, a Bethesda, Maryland, ha annunciato che non ci saranno nuovi blocchi per i viaggi negli Usa, ma che per entrare bisognerà aver completato il ciclo vaccinale e avere un tampone negativo fatto nelle ultime 24 ore, oltre a ciò il piano illustrato da Biden prevede la reintroduzione delle mascherine sul trasporto pubblico e più di tutto tamponi rapidi gratuiti a domicilio.
Gli esperti concordano sull’importanza dell’aumentare la capacità di fare i tamponi, che in città come New York o San Francisco sono estremamente accessibili e più di tutto gratuiti, mentre dove le amministrazioni locali non hanno implementato un’architettura simile, il piano di Biden richiederebbe alle persone con un’assicurazione sanitaria privata di acquistare i test e poi di presentare le richieste di rimborso, pagando in anticipo, per poi navigare nell’opaco e complicato processo di presentazione delle richieste di rimborso ai propri fornitori di assistenza sanitaria.

Se queste mosse possono aiutare la sicurezza dei cittadini che non rientrano nelle fasce più vulnerabili, la storia cambia per chi, invece, vi rientra, in particolare per le persone con problemi di salute mentale, fascia recentemente introdotta dal CDC fra le categorie vulnerabili Le aggiunte all’elenco sono state necessarie perché sono emersi più studi che mostrano un legame tra malattie mentali e complicazioni di Covid-19; uno di questi, pubblicato sulla rivista Jama Psychiatry tra luglio e settembre ha riunito i risultati di 21 studi precedenti su 91 milioni di persone, riscontrando un numero significativamente più alto di ricoveri e decessi correlati a Covid-19 tra coloro a cui era stata diagnosticata depressione o altri disturbi dell’umore.

Crystal Clark, professore associato di psichiatria e scienze comportamentali presso la Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha affermato che i rischi per cui le persone con malattie mentali sono correlate anche al modo in cui il Covid-19 colpisce il cervello: «Il virus attacca il sistema nervoso centrale, è lì che le emozioni sono controllate e l’umore è gestito. Sospettiamo che il Covid-19 potrebbe anche peggiorare i problemi di salute mentale. Stiamo assistendo a cambiamenti di umore per le persone che non hanno mai avuto sintomi di umore, quindi per coloro che hanno una malattia mentale, è come aggiungere benzina sul fuoco, ed essere un fattore scatenante per una ricaduta o un peggioramento».