Dopo la conquista del potere di Fidel Castro a Cuba, il 17 maggio 1959, nell’isola si procedette fin da subito alla riforma agraria e alle nazionalizzazioni. Il governo americano bloccò immediatamente alcune relazioni commerciali con Cuba (ad esempio l’esportazione di zucchero). Nel 1961 il presidente americano Kennedy, autorizzò un piano di intervento, chiamato «Operazione Zapata», già approvato da Eisenhower. Cuba venne dichiarato Stato socialista il 16 aprile 1961. Il giorno dopo cominciava il tentativo di invasione americana, alla Baia dei Porci, che si rivelò un clamoroso insuccesso. Da lì a poco – nel 1962 – venne ufficializzato il bloqueo, l’embargo che dura fino ad oggi, con il Proclama 3447. Nell’ottobre del 1962 comincia un’altra tappa storica delle relazioni tra Cuba e Usa, ovvero «la crisi dei missili», al termine della quale gli Usa assicurarono all’Urss il ritiro dei missili dalla Turchia e garantirono che non avrebbero invaso Cuba. Terminata la Crisi, Kennedy intensificò le sanzioni.

Nel 2001 cinque cubani sono condannati con l’accusa di essere spie dell’Havana. Sono ancora oggi in carcere negli Stati uniti. Nel luglio del 2007 Raul Castro propone, per la prima volta, la possibilità di un cambiamento nelle relazioni con gli Stati uniti. Il 3 dicembre 2009 viene arrestato a Cuba il contractor americano Alain Gross, accusato di aver messo in piedi una rete di comunicazioni illegale per conto della Cia. Nel marzo 2011 è condannato a 15 anni di carcere «per aver tentato di rovesciare il governo di Cuba». Ieri il governo cubano lo ha liberato, anticipando la svolta nei rapporti con gli Stati uniti.