Con i suoi consueti toni sobri, già giovedì via Twitter, Donald Trump aveva annunciato che qualcosa di importante stava accadendo con la Cina.

Ieri però da Pechino era calato completamente il silenzio, perfino a fronte della quasi ufficialità dell’accordo di «fase uno» ribadita da Washington. Addirittura il ministro degli esteri Wang Yi, durante un convegno a Pechino, non solo non aveva accennato a questo «grande» accordo, ma aveva perfino ribadito il proprio fastidio nei confronti delle ingerenze americane per quanto riguarda Hong Kong e Xinjiang.

Infine in giornata è arrivata l’ufficialità sulla «fase uno» dell’accordo anche dalla Cina. Secondo Pechino questa fase dovrebbe vedere Washington eliminare gradualmente le tariffe in diverse fasi. Secondo quanto affermato dal viceministro cinese del commercio Wang Shouwen, «attraverso gli sforzi congiunti delle squadre negoziali di Cina e Stati Uniti, entrambe le parti hanno raggiunto un consenso sul testo dell’accordo commerciale bilaterale sulla base di pari condizioni e rispetto reciproco».

Non ci sono dati precisi, verranno comunicati in futuro, ma ad ora si sa che la Cina aumenterà l’acquisto di beni americani in alcuni settori (energetico, alimentare ad esempio) e bloccherà le sanzioni che sarebbero dovute partire il 15 dicembre. Gli Usa, da parte loro, dovrebbero dimezzare le sanzioni al 15% decise mesi fa. Come riportato dalla stampa internazionale, «la notizia dell’accordo arriva giorni prima che la Casa Bianca imponga una nuova tranche di tariffe per 160 miliardi di dollari in beni di consumo il 15 dicembre. Secondo i rapporti, la Cina aveva accettato di acquistare beni agricoli statunitensi per un valore di 50 miliardi di dollari, ha scritto il Guardian, mentre gli Stati Uniti si sono offerti di tagliare le tariffe esistenti sui beni cinesi fino al 50%».

Pechino non ha confermato quelle cifre (così come ha fatto Trump, attraverso un tweet secondo il quale i numeri forniti in un articolo dal Wall Street Journal sarebbero completamente sbagliati) e specificando che sarebbero state rilasciate in un’altra occasione. «Pechino ha affermato che l’accordo include nove capitoli riguardanti – tra gli altri – la proprietà intellettuale, i trasferimenti di tecnologia, i prodotti agricoli».