Sta per arrivare la stoccata contro Cuba di Donald Trump, che la destra anticastrista chiede a gran voce e molti nell’isola temono? Domanda lecita, visto che ieri all’Onu il presidente ha ribadito la sua decisione di mantenere l’embargo, mentre il segretario di Stato Tillerson ha fatto sapere che il suo capo «sta studiando la possibilità di chiudere» l’ambasciata americana all’Avana. La causa sarebbe l’«attacco acustico» che 21 membri del corpo diplomatico statunitense a Cuba avrebbero subito nel corso dell’ultimo anno, assieme a cinque colleghi canadesi.

TALI «AGGRESSIONI» avrebbero causato ai funzionari Usa una serie di danni che vanno dal mal di testa, perdita di equilibrio e vomito alla sordità, parziale o totale, e anche una caso di « lesione cerebrale traumatica lieve». Sotto accusa è un’«arma acustica», che il potente senatore dell’ultradestra cubanoamericana Marco Rubio ha già battezzato «Raggio della Morte».

UN’ARMA TERRIBILE, che per quanto si sappia sarebbe in dotazione solo a Cuba e che colpisce solo i diplomatici nordamericani. La Francia ha sottoposto ad analisi il suo corpo diplomatico all’Avana senza riscontrare nessun danno all’udito. Infine, un’arma che nemmeno gli agenti dell’Fbi, ai quali il governo cubano ha permesso di indagare all’Avana, sanno come funziona: se con ultrasuoni o per infrasuoni, ovvero senza produrre suoni percettibili dall’orecchio umano. Oppure se si tratta di un’arma elettromagnetica che produce micidiali microonde e qualche rumore. Molte sono le incongruenze.

ALL’INIZIO LE FONTI «ben informate» parlavano di un pugno di vittime e in poco più di un mese già si proiettano verso la trentina i diplomatici colpiti. I sintomi, come detto, si sono diversificati e dall’udito sono giunti fino al trauma cerebrale. Le testimonianze che riferiscono i diplomatici colpiti vanno da malesseri improvvisi senza che si sia avvertito alcun rumore, a un ronzio , a una sorta di fischio acuto udibile solo in una stanza (gli attacchi del «Raggio della Morte» sono avventi nelle residenze e in un caso nell’hotel Capri non nell’ambasciata Usa) a un rumore fortissimo che li aveva svegliati.

Insomma, un vero e proprio mal di testa per il controspionaggio nordamericano e l’Fbi, che condividono la certezza, più che il sospetto, che si sia trattato di un «attacco acustico». Solo che non possono provarlo, visto che non capiscono né come sia stato attuato, né chi potrebbe essere l’autore. È improbabile che Cuba sia riuscita a produrre un’arma tanto potente: un’impresa che non è riuscita né agli Usa, né all’ex Urss (e nemmeno all’attuale Russia). Come è assai difficile che il «Raggio della Morte» possa essere in possesso della Corea del Nord e dell’Iran- gli altri possibili «colpevoli» agli occhi dell’Fbi – e ancor più improbabile che una tale arma letale possa essere stata impiegata in suolo cubano senza che i servizi segreti dell’isola se ne siano resi conto.

ED ECCO L’ULTIMA IPOTESI: che l’arma esista, sia in possesso di Cuba, ma sia stata usata da una parte dei servizi segreti cubani in disaccordo con la politica del presidente Raúl Castro di appeasement con gli Stati uniti. Il cerchio si chiude. Alla fine, dunque, il governo cubano che ha grande bisogno –e lo dimostra- di «relazioni normali con gli Usa» sarebbe, direttamente o indirettamente, colpevole di sabotaggio delle medesime relazioni. Poco importa che lo stesso presidente Raúl abbia parlato di persona con l’ambasciatore statunitense, Jeffrey DeLaurentis, per assicurarlo che Cuba non c’entra nulla. Né che i servizi di sicurezza dell’isola collaborino con quelli statunitensi (e con la Reale polizia a cavallo canadese).

I GRANDI MASS MEDIA internazionali si allineano in generale alle posizioni della Casa bianca: non si sa come, né chi, né perché, ma certamente dietro gli «attacchi acustici» c’è lo zampino del governo cubano.

Come afferma il giornalista Fernando Ravsberg nel suo seguito blog : «La cattiva notizia è che il supposto Raggio della Morte sembra prodotto con la carta carbone dalle famose armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. La notizia buona è che Trump non sembra preparare un’invasione, ma “solo” la chiusura dell’ambasciata all’Avana».