L’ufficialità arriverà solo giovedì mattina quando si riunirà la segreteria nazionale del partito ma il Pd ligure, uscito a pezzi dalla sconfitta alle Regionali, è commissariato. «Non ho riscontrato la volontà di individuare insieme una via d’uscita», ha detto Lorenzo Guerini al termine dell’assemblea regionale. Il commissario avrà il compito di traghettare il partito verso il congresso. Sarà un deputato renziano, probabilmente di una regione confinante. Certo è che lo attende un compito tutt’altro che semplice. Lo spettacolo andato in scena lunedì sera sotto gli occhi del vice di Renzi è la sintesi della frattura che si è aperta con le primarie e che il risultato alle urne ha allargati: una platea con 160 delegati divisi anche fisicamente in due tifoserie tra urla, fischi, occhiatacce a ogni intervento della fazione avversa. Guerini ha preso appunti, incassato battute, come quella di una delegata che lo ha accusato di essere venuto a fare “turismo politico”, e critiche che i cuperliani,hanno rivolto anche al nazionale («non avete voluto ascoltare il disagio che vi abbiamo manifestato in tutti questi mesi»).

Ad aprire le cinque ore di assemblea è stata la relazione del segretario Lunardon che ha visto tra le cause della sconfitta l’analisi del tutto falsata del risultato delle europee dello scorso anno: «Con quel 40% abbiamo pensato che l’unica cosa importante fossero le primarie con cui non avremmo scelto il candidato ma il nuovo presidente della Regione». È questo forse l’unico punto su cui paitiani e anti-paitiani sono d’accordo. Il resto è stato un tutti contro tutti, un rimpallo di responsabilità che rende impossibile guardare al futuro. Anche quello crea divisioni. Lo fa rispetto alle alleanze (i cuperliani guardano a sinistra, gli altri al centro), al rapporto con la giunta Doria (che i renziani, se non avessero perso le elezioni, avrebbero voluto asfaltare), e anche rispetto ad alcune scelte, dal trasporto pubblico al piano dei rifiuti.
La ex candidata ora capogruppo del Pd Lella Paita ribadisce che la candidatura di Cofferati alle primarie aveva il solo scopo di contrapporsi al governo Renzi, tanto è vero che ora «c’è chi è andato in Grecia a manifestare anche contro il nostro Paese» dice riferendosi a Fassina e Vendola. Fischi. Qualcuno urla: «Abbiamo perso perché non volevano te, stai zitta». Rispetto alle alleanze, Paita replica a quanti, a cominciare da Lunardon, le rinfacciano il tempo perso per tentare l’accordo con Area popolare: «Allora perché in Comune ora abbiamo fatto un’alleanza proprio con quelle forze politiche?» dice riferendosi in realtà a una situazione un po’ diversa, visto che la traballante maggioranza di Doria si è recentemente allargata con l’ingresso degli ex Idv e l’appoggio esterno di due consiglieri dell’Udc. Applausi dai supporters.

Anche il marito di Lella, il presidente dell’autorità portuale Luigi Merlo, interviene da delegato spezzino gettando benzina sul fuoco: «Siete ipocriti, non fate cadere Doria solo perché non avete nessuno da candidare a sindaco. La classe dirigente del partito a Genova non esiste, per questo avete un presidente del porto spezzino, un ministro su due della Spezia e una candidata alla presidenza spezzina». Fischi e urla, poi la replica del segretario genovese: «Alcune di queste figure non le abbiamo scelte noi – dice Alessandro Terrile, riferendosi al fatto che fu Burlando a mettere Merlo dov’è ora -, la dirigenza genovese disse subito che Paita ci avrebbe fatto perdere, ma il partito non ci ha ascoltato». Ancora una volta uno degli elementi di frattura è il giudizio sui dieci anni di amministrazione Burlando (la stessa Paita si è detta «critica su alcuni aspetti» suscitando le risate dei cuperliani). L’ex governatore all’assemblea non si è presentato. Burlando, fino a ieri il politico più potente della Liguria, oggi si dice vada per funghi e giochi a scopone in quel di Torriglia, lasciando ad altri il compito di raccogliere i cocci di un partito frantumato in gran parte a causa delle sue scelte.