Metropoli: in Cina significa urbanizzazione, in Giappone resistenza a processi dati per scontati, in India mondi che si scontrano e in apparenza convivono, in Thailandia è turismo e rinascita, in Myanmar tutto cambia e si trasforma, in Pakistan è politica, guerra, colpi di stato.

Le realtà urbane asiatiche offrono oggi la possibilità di confrontarsi con un continente in profonda trasformazione, costantemente in grado di modificarsi e offrire spunti di riflessione anche alla vecchia Europa, che in confronto appare così ferma, rispetto alla vivacità asiatica.

Le contraddizioni sono tante: l’equilibrio mondiale si è spostato a Oriente. Dopo il crollo delle tigri asiatiche negli anni Novanta, la Cina ha definitivamente conquistato la scena ascendendo a seconda potenza economica mondiale. Il capitalismo sembra aver ormai invaso anche questa parte del mondo, che con strane alchimie e misteri propri, racchiude all’interno di processi conosciuti caratteristiche locali, derivanti da sistemi culturali e di valori completamente diversi dai nostri.

E non tutto sembra procedere nel verso già conosciuto: ci sono resistenze, culture che tentano di difendersi da questo afflato globale, cercando strade proprie. C’è il fascino per la perfezione o quasi di Singapore, per l’utopia capitalistica di Hong Kong e per il tentativo di concepire nuovi spazi pubblici, che non siano solo coperti e gestiti dalla mediaticità delle nuove tecnologie.

Passato e futuro che si intersecano alla ricerca di nuovi modelli possibili. Per questo è importante concentrarsi sulle dinamiche e le trasformazioni delle città asiatiche: per vedere se la storia si ripete o se invece, si troveranno nuovi modelli di sviluppo.