Mentre unità dell’esercito nigerino sono schierate in Mali per dare man forte all’esercito francese contro i jihadisti, i jihadisti colpiscono in Niger. Non un sito qualsiasi, ma la grande miniera di uranio di Arlit, quella controllata dalla francese Areva, che rifornisce di combustibile le centrali nucleari dell’Esagono (viene da lì un quinto del fabbisogno francese), e la cui protezione in fondo in fondo era lo scopo a lungo termine dell’intervento militare di Parigi nel paese confinante.

Sono stati due in realtà gli attentati di ieri in Niger. Il più grave contro un accampamento militare presso la città di Agadez, attaccato con autobomba guidata da un kamikaze e da uomini armati di mitra e granate. Nello scoppio del veicolo imbottito di tritolo hanno perso la vita almeno 18 militari nigerini, mentre nello scontro che ne è scaturito sono stati uccisi quattro guerriglieri. Un quinto era riuscito poi a barricarsi in un container con quattro ostaggi, ma è stato ucciso in un secondo momento dal bliz delle forze di sicurezza.

Il secondo attentato ha avuto luogo più a nord, presso la città di Arlit, dove il gigante dell’energia francese Areva controlla la miniera di Somair. Anche qui un’autobomba, che ha investito i lavoratori dell’impianto uccidendone uno e ferendone altri 14. Un uomo alla guida di un fuoristrada vestito con una uniforme militare, ha riferito un testimone, si è mescolato ai veicoli in entrata nell’area della miniera. L’esplosione, che ha ucciso anche l’attentatore, sarebbe avvenuta di fronte a uno degli stabilimenti in cui viene trattato l’uranio.

Entrambe le azioni sono state rivendicate dal Mujao (Movimento per l’unicità della jihad in Africa occidentale), una delle organizzazioni islamiste contro cui l’esercito francese combatte in Mali. Il portavoce dei jihadisti, Abu Walid Sahraoui, ha detto che i due attentati sono stati pensati per colpire «i nemici dell’Islam in Niger». Nel comunicato si legge tra l’altro: «Abbiamo colpito la Francia e anche il Niger, a causa della sua cooperazione con la Francia nella guerra contro la sharia». Un chiaro riferimento alle operazioni che i militari francesi e quelli della forza inter-africana, con le truppe del Niger in prima fila, conducono in Mali contro i gruppi islamisti che nel 2012 hanno preso il controllo del nord del paese.

Le attività estrattive nella miniera di Arlit sono state «temporaneamente sospese», fa sapere l’Areva. I vertici dell’azienda francese ieri erano sotto choc, anche perché intorno all’impianto, a seguito della guerra in Mali e soprattutto dopo la strage compiuta dai miliziani nello stabilimento di estrazione del gas di In Arenas, in Algeria, erano state rafforzate le misure di sicurezza. Per ammissione del presidente nigerino Mahamadou Issoufou, truppe speciali francesi erano andate a rafforzare lo scudo protettivo delle forze nigerine. Il governo di Ndjamena ha proclamato tre giorni di lutto nazionale.