Il documentario animato La montagne magique della regista romena Anca Damian ha vinto la Genziana d’oro come miglior film – Gran premio Città di Trento del 64° Trento Film Festival. La giuria internazionale composta dalla regista cilena Tiziana Panizza Montanari (cui il festival ha dedicato una personale nell’ambito della sezione Destinazione Cile), dalla direttrice del Festival international du film d’environnement di Parigi Myriam Gast-Loup, dal direttore della fotografia Thierry Machado, dal documentarista friulano Alberto Fasulo e dallo scalatore e regista statunitense Cedar Wright, lo ha scelto tra i 14 lungometraggi in concorso. La Genziana d’oro di miglior film di alpinismo – Premio del Club Alpino Italiano è stata attribuita a K2 – Touching the Sky di Eliza Kubarska, mentre la Genziana d’oro per il miglior film di esplorazione o avventura – Premio Città di Bolzano è andata al regista americano Greg Kohs per The Great Alone. Premio della giuria al coreano My Love, don’t cross that river di Jin Moyoung, commuovente ritratto della storia d’amore di anziani coniugi che vivono fianco a fianco da 76 anni, e menzione speciale per il cinese On the Rim of the Sky di Hongjie Xu.

Così si è chiusa un’edizione che ha confermato la rassegna trentina come punto di riferimento per il cinema di montagna, esplorazione e avventura. Una selezione, coordinata dal responsabile del programma Sergio Fant, di 108 titoli di vari formati, improntata soprattutto al documentario e lavori meno scontati nell’ambito di questa cinematografia.
I giurati hanno scelto l’opera formalmente più ricercata, un lavoro che mescola più tecniche, dall’animazione tradizionale al disegno su vetro al collage alla fotografia alle vecchie immagini d’archivio e altro ancora per raccontare, in forma quasi di lettera alla figlia, la storia di un uomo fuori dalle regole che non si poneva limiti. Protagonista de La montagne magique è il polacco Adam Jacek Winkler, artista, alpinista e dissidente, nato nel 1937 e morto nel 2002 sul Monte Bianco. Un uomo segnato dalla Seconda guerra mondiale, tanto da identificare subito il nemico nei tedeschi e, poco dopo, nei sovietici. Esule a Parigi negli anni ’60, la sua voglia di libertà si trasforma in una sorta di ossessione, che, dopo l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Urss, si rivolge verso quella causa. Negli anni ’80 raggiunge Kabul e si unisce poi al comandante Massoud e combatte al suo fianco, prima di essere indebolito dalla malaria e dover rientrare. Morirà nel tentativo di portare in vetta una bandiera afgana mesi dopo l’inizio della guerra di George W. Bush. La Damian, nel caleidoscopio visivo e nel repentino passaggio da una tecnica all’altra, riesce a rendere la complessità di un personaggio difficile da afferrare e decifrare, capace di coinvolgere la moglie in un’avventura che le costò una detenzione.

I rischi delle salite in Himalaya e il lavoro spesso oscuro (e le proteste) degli sherpa erano uno dei temi forti del festival, presenti in più film. Le salite agli 8000 sono quasi sempre presenti nel programma della manifestazione, questa volta in modo più problematico del solito. Così un premio è toccato a K2 – Touching the Sky, con l’alpinista e regista polacca Eliza Kubarska che è partita dalla riflessione e dalla scelta personale tra mettere al mondo figli o continuare a rischiare la vita per raggiungere le cime, oppure trovare il modo di conciliare le cose, vivendo nella paura di lasciare degli orfani. Così ha portato sul K2 quattro figli di alpinisti e alpiniste polacchi e inglesi morti durante l’ascensione durante la famigerata «estate nera» del 1986. Vicende familiari, sogni da inseguire superando malattie e incidenti anche in The Great Alone, su un plurivincitore della corsa Iditarog di cani da slitta, e del toccante Snowman del canadese Mike Douglas, storia di amicizia, neve e pericoli.

Tra i riconoscimenti non ufficiali, il premio Cinemamore per la sezione Orizzonti Vicini è andato al bel documentario Between Sisters del trentino Manu Gerosa, il Premio Museo usi e costumi della gente trentina per un film sulle genti della montagna allo svizzero Z’bärg di Julia Tal e il Premio Luigi Bertarelli a Arte Sella, la città delle idee di Katia Bernardi e Luca Bergamaschi. Da evidenziare il Premio studenti delle università di Trento, Bolzano e Innsbruck al tedesco Café Waldluft di Matthias Kossmehl, circa un anno in un albergo delle Alpi bavaresi che da tempo ospita richiedenti asilo.