Per qualche ora a dominare è stata soprattutto l’incertezza dovuta all’accavallarsi di notizie che lasciavano presagire scenari che, sebbene improbabili, erano pur sempre preoccupanti. Timori nati quando, rimbalzato dai media greci, si è diffuso l’allarme per una nave con a bordo alcuni passeggeri armati. La nave in questione era la Blue Sky M. un cargo battente bandiera moldava diretto, secondo le prime informazioni, in Croazia. E la sola idea che a bordo potessero esserci delle persone armate ha spalancato la porta alle peggiori ipotesi.
Per fortuna è stata sufficiente qualche ora alle autorità marittime prima greche e poi italiane per capire che le cose stavano in maniera molto diversa. E che a bordo della Blue Sky M. non c’erano presunti terroristi pronti a un’azione spettacolare, ma almeno 600 migranti, la maggior parte dei quali di origine siriana, in fuga dal proprio Paese di origine. La nave è stata raggiunta in serata da un elicottero della Marina militare italiana con a bordo tre membri della Capitaneria di Porto di porto di Galipoli seguito poco dopo da un’altro dell’Aeronautica con altri tre operatori che dopo aver ispezionato e verificato le condizioni dell’imbarcazione l’hanno condotta verso un porto della Puglia.
Eppure per qualche ora si è davvero temuto il peggio. L’allarme scatta quando mancano una decina di minuti alle 13 e viene immediatamente rilanciato dai siti e dalle televisioni greche. In un Sos lanciato dall’equipaggio della Blue Sky M. si parla di alcuni passeggeri sospetti visti aggirarsi armati per la nave. L’Sos viene raccoloto dalla Guardia costiera italiana che allerta subito le autorità greche. Nel frattempo, la televisione di stato greca Nerit conferma la notizia, aggiungendo che a bordo si troverebbero dei «clandestini» coinvolti. Mancano conferme ufficiali, ma si parla di almeno 700 migranti.
In quel momento la Blue Sky M. si trova al largo di Corfù, nella stessa zona di mare dove domenica è avvenuto l’incidente al traghetto greco Norman Atlantic.
E forse la chiave di quanto accaduto è proprio nella vicinanza con il tratto di mare in cui si è consumata la tragedia del traghetto. La Blue Sky M. è un cargo varato nel 1976, con una stazza di 2.240 tonnellate e lungo più di 81 metri. Non è escluso infatti, che come spesso accade con i vecchi mercantili, sia stata trasformata dai trafficanti di esseri umani in nave madre per il trasporto di migranti. Una volta però sopraggiunti al largo di Corfù, e allarmati per la presenza in zona di numerosi mezzi navali, anche militari, intervenuti in soccorso del traghetto greco, gli scafisti è probabile che abbiano deciso di abbandonare la nave con i 600 siriani a bordo al loro destino, allontanandosi con imbarcazioni più piccole. E questo spiegherebbe anche l’allarme per la presenza di persone armate a bordo. L’unico dubbio riguarda la rotta seguita dalla Blue Sky M. nel suo viaggio, diversa da quella utilizzata abitualmente dagli scafisti.
Il primo a spiegare che a bordo del cargo attente bandiera moldava c’erano solo dei migranti è stato il sindaco di Corfù Costas Nikolouzos parlando con il sito web Zougla.gr. Notizia confermata però solo dopo che un’unità della Marina greca ha raggiunto e ispezionato la nave. Smentite invece le voci secondo le quali il cargo avrebbe avuto un guasto ai motori e per questo avrebbe avuto difficoltà a manovrare.
Una volta rientrato ogni allarme, la Blue Sky M. ha comunque fatto rotta verso la Puglia, raggiunta in seguito in elicottero dagli operatori della Guardia costiera di Gallipoli che l’hanno condotta fino in porto.