«Alba Dorata funzionava come organizzazione criminale, carattere che ha mantenuto anche sotto la veste del partito parlamentare, ma ora con la teoria degli opposti estremismi lo Stato torna a penalizzare chi protesta», sottolinea Afroditi Koukoutsaki, professore di Criminologia nell’Università Panteion di Atene, e autore insieme a Marios Emmanuilidis del libro «Alba Dorata e strategie della gestione della crisi» (Ed. Futura).

Alba Dorata è praticamente sotto processo, ma secondo i sondaggi riesce a trattenere le perdite…

Perché tra le altre cose rappresenta l’estrema forma politica di un razzismo spontaneo, già presente nella società greca caratterizzata da un ethos punitivo e di esclusione. Questo razzismo in linea di massima è prodotto, sul piano simbolico e reale, dalla rovina dello Stato sociale e la simultanea emersione del cosiddetto Stato penale. In questo senso, la risposta istituzionale di un procedimento giudiziario sembra troppo “tecnica” e probabilmente non avrà l’impatto sperato sulla popolazione. Può succedere anche che il razzismo spontaneo delle masse venga assorbito da altre formazioni politiche o sociali. È importante anche il timing con cui si è attivato il meccanismo penale, dopo tanti anni durante i quali Alba Dorata funzionava come organizzazione criminale, purtroppo doveva esserci l’omicidio di Pavlos Fyssas per arrivare all’espulsione dell’organizzazione, malgrado il provvedimento fosse pronto da mesi.

La teoria degli opposti estremismi sembra funzionale a questo meccanismo.

Un argomento fabbricato ad arte per scatenare – proprio mentre iniziava il procedimento giudiziario contro Alba Dorata – la repressione contro la loro “solita clientela” di manifestanti o scioperanti. E per distrarre da ciò che vive realmente la società greca.