Uno tsunami di nuvole. Era attesa la pioggia in questi giorni sull’Adriatico, e dopo un inverno freddo ma secco, in molti vedevano l’evento quasi come una benedizione. E invece sono arrivati solo le nuvole, in una forma che però non si era mai vista, almeno da queste parti: un banco basso e oscuro che è arrivato dal mare e che ha letteralmente inghiottito le città della costa, da Pescara fino a San Benedetto del Tronto.

Il fenomeno con sé ha portato poca pioggia ma tanto vento, e l’anticipo di primavera della scorsa settimana è scomparso, lasciando spazio a un gelido strascico d’inverno, con le temperature che sono scese sotto i dici gradi, ancora meno nelle zone interne. E il tutto è avvenuto nel giro di pochi minuti, nel pomeriggio di lunedì: la mattina c’era addirittura gente a camminare sulla riva del mare, poi, intorno alle 16, si è alzato improvvisamente il vento, i gradi sul termometro sono precipitati all’ingiù e le nuvole hanno coperto il cielo.

I social network sono stati invasi da foto e video, con commenti a metà tra lo stupito e il preoccupato: lo spettacolo naturale in cielo, d’altra parte, è stato imponente e in molti annusavano l’aria di una tempesta che non c’è stata: poche gocce e raffiche di vento freddo, tutto qui. I danni sono stati pochissimi – al massimo qualche albero caduto e poco più – ma comunque il fenomeno del muro grigio nel cielo è di quelli inediti per la costa adriatica. Qualcuno ha associato la forma delle nuvole ad alcune scene del film Independence Day, altri ci hanno visto delle onde californiane su cui fare surf.

Gli esperti la chiamano «shelf cloud», cioè nuvola a mensola. Si forma quando una corrente di aria fredda si insinua in masse più calde. E così che nel cielo appare una sorta di muro oscuro e imponente, tra il grigio e il nero, che sembra quasi intenzionato a divorare le città che si trovano sulla sua strada. «Il fronte freddo al suo arrivo solleva violentemente le masse d’aria più calde preesistenti al suolo – spiegano dal Centro Meteo Italiano -, le quali risalendo condensano dando vita alla “shelf”, che a causa del downdraft (la turbolenza, ndr) può protendersi in un inarcamento. La parete frontale è la manifestazione dell’ascensione delle masse d’aria e si presenta imponente agli occhi dell’osservatore in caso di contrasti con i raggi solari».

Il problema serio è che questa ondata di freddo improvvisa e almeno in parte inattesa ha complicato di molto la vita nelle campagne: gli alberi già in fiore hanno perso la loro chioma, così come molti coltivatori hanno perso grandi quantità di frutta e di verdura. Sarebbe improprio, comunque, parlare di freddo fuori stagione, casomai è il caldo dei giorni scorsi a non essere poi così normale: l’inverno è stato breve e ha fatto registrare pochissime gelate a bassa quota e quasi nessuna nevicata.

Gli allarmi, in questo senso, sono continui ma faticano ad entrare nel dibattito pubblico in modo importante: secondo uno studio effettuato dai ricercatori della Sapienza di Roma e dell’Università di Bari, e pubblicato qualche mese fa sulla rivista Quaternary International, entro il 2100 l’Adriatico potrebbe alzarsi di mezzo metro rispetto ad oggi, mentre l’intero Mediterraneo, nell’ultimo millennio, ha subito un innalzamento di appena 30 centimetri. Questo a causa del cambiamento climatico dovuto all’aumento di Co2 nell’atmosfera.