Le meraviglie ha vinto il Gran Premio della Giuria, e questa è la notizia più bella insieme al premio della stessa Giuria a Adieu au langage di Jean- Luc Godard.Evviva. E non solo perché è un film italiano, e non solo perché è Godard che a Cannes non aveva mai vinto.

Il film di Alice Rohrwacher è un’opera eccentrica, commuovente, senza trucchi: fuori dalle mode mischia Natura e Metafora; racconta il mondo senza invadenza, con un linguaggio di poesia e di sensibilità.

Invito a uno sguardo strabico, o almeno obliquo, sui sentimenti e sulla realtà che accoglie e mescola, vola leggero.

«Welcome to Cannes» recita Lambert Wilson, presentatore della serata, noi faremo la cerimonia in diretta e non in VOD, allusione fin troppo esplicita al DSK di Ferrara che al Festival non deve essere andato giù.

Che cinema ha prediletto la Giuria di Jane Campion, ineffabile con le sue unghie dipinte di blu? Con lei ci sono però anche Zhang Jiang Ke non dimentichiamolo. E Sofia Coppola e William Dafoe.

Uno sguardo doppio, triplo, molteplice e anche stridente, che premia ex-aequo con Godard l’enfant ormai non più enfant Xavier Dolan cresciuto col suo Mommy in cui amplifica all’infinito le sue ossessioni.

Proprio come la Palma d’oro Winter Sleep; di nuovo la coppia dal punto di vista maschile anzi del maschio in crisi(in sala stampa gli uomini applaudono) reso fragile da un sentimento del contemporaneo fuori controllo. Il regista turco è amatissimo sulla Croisette ipnotizzata dalle sue immagini piene di parole, da quel suo senso sospeso sul mondo in cui prendono forma come in un classico teatrale conflitti e interrogativi.

Molteplice anche nel senso che pare meno interessato a «dare» una precisa linea di cinema che a suggerire delle indicazioni di gusto. Ma è un gusto forte. E sono scelte nette, che riflettono curiosità, passione (per il cinema) e un certo anticoformismo . È un palmares che ha molto amato gli attori (ce n’erano parecchi in giuria) – a partire dalla straordinaria Julianne Moore premiata come migliore attrice per il ruolo dell’infernale star Havana Segrand. Recuperando la spericolatezza dei tempi di Safe di Todd Haynes Moore è stata capace di essere sia la vittima sacrificale che una complice piena di fantasia nella prima, crudele, trasferta hollywoodiana di David Cronenberg, su testi lisergici decadenti di Bruce Wagner. Una scelta più naturalista per il miglior attore, Timothy Spall, alias J.M.W. Turner nel film di Mike Leigh, Mr.Turner.

E in realtà è un film tutto di dettaglio sul lavoro degli attori anche Foxcatcher, dell’ex documentarista Bennett Miller, che infatti ha dedicato il premio a Steve Carrel, Mark Ruffalo e Channing Tatum.