Le larghe intese colpiscono ancora la scuola, l’università e la ricerca. Il responsabile istruzione del Pd Marco Meloni ha presentato, e fatto approvare, un emendamento all’articolo 59 del provvedimento approvato con la fiducia al governo Letta che finanzia con 240 milioni di euro la «Fondazione per il merito» istituita dall’ex ministro dell’università Maria Stella Gelmini (Pdl) nel 2011.

Questi soldi sono stati sottratti al fondo «premiale» di 540 milioni di euro che dovrebbe essere assegnato dall’attuale ministro Maria Chiara Carrozza agli atenei che sono stati ritenuti «virtuosi» dalla Valutazione della Qualità della Ricerca condotta dall’Agenzia di Valutazione della ricerca universitaria (Anvur). Questi fondi non andranno dunque a finanziare il fondo integrativo per il diritto allo studio cogestito dalle regioni, ridotto al lumicino dai tagli imposti dalla Gelmini e non ancora finanziato per il 2014, ma sono stati dirottati su un altro fondo gestito dalla suddetta fondazione per i soli studenti «meritevoli» che in origine doveva essere finanziato dai privati e operare in base ad un meccanismo di «prestiti» che gli studenti avrebbero dovuto rimborsare. Questi finanziatori privati non si sono mai visti e forse anche per questo il Pd ha pensato di contribuire ad uno dei pilastri della riforma Gelmini stornando le risorse dal fondo che dovrebbe finanziare la ricerca.

Un gioco tra partite di bilancio che assume un sapore grottesco se si considera che Maria Stella Gelmini ha presentato un altro emendamento dove si prevede l’aumento della «quota premiale» per gli atenei «virtuosi» dal 13,5% al 20%. Se poi si considera che i criteri di questa ripartizione dei fondi non sono affatto definitivi né oggettivi, perché l’Anvur ha consegnato al ministro Carrozza una serie di classifiche dove, a seconda dei criteri usati, ci sono almeno dodici atenei che salgono e scendono di posizione nella graduatoria del «merito» (vedi Il manifesto del 26 luglio), allora la situazione diventa paradossale, come ha fatto notare ieri una nota della Flc-Cgil. Si tolgono risorse ad un fondo sulla cui ripartizione non c’è certezza, mentre dall’altra parte se ne chiede l’aumento.

Nel «decreto del fare», oltre allo stanziamento di 100 milioni per l’edilizia scolastica, si finanziano 1500 concorsi per ricercatori a tempo determinato e altrettanti per professori ordinari all’università. Questi fondi vengono dal taglio di 75 milioni al fondo per gli addetti delle pulizie esternalizzati che lavorano nelle scuole (articolo 58 del Dl Fare, vedi il manifesto 9 luglio).