Garanzie sulle espulsioni, sanzioni agli Stati europei che non accolgono e incentivi economici ai Paesi di origine dei migranti perché siglino con l’Unione europea nuovi accordi sui rimpatri. Almeno su questi punti di sicuro Giuseppe Conte e Emmanuel Macron si saranno trovati d’accordo nell’incontro che hanno avuto ieri sera a Palazzo Chigi. Un vertice lampo servito ai due leader europei per fare il punto anche in vista del mini summit che il 23 settembre riunirà alla Valletta i ministri dell’Interno di Italia, Francia, Germania e Malta nella speranza di trovare un accordo su un meccanismo automatico di distribuzione in Europa dei migranti. Accordo sempre più urgente: ieri sera la nave Ocean Viking di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere è intervenuta salvando altri 43 naufraghi dopo i 109 recuperati nei giorni scorsi.

E’ un vero tour de force quello messo in atto dall’Italia quando mancano ormai solo quattro giorni all’appuntamento maltese. Ieri, mentre a Roma ci si preparava ad accogliere Macron, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha incontrato a Berlino il collega Horst Seehofer sempre per discutere di immigrazione. E oggi la responsabile del Viminale vedrà a Roma il suo omologo spagnolo. Va detto che Seehofer si è speso molto nelle scorse settimane per venire incontro alle esigenze italiane, al punto che la Germania ha già dichiarato che accoglierà il 25% dei migranti che sbarcheranno in Italia e a Malta. Impegno preso però sulla base del numero attuale di arrivi, fortemente ridotto rispetto agli anni passati. Nessuno sa quindi cosa accadrebbe se il flusso delle partenze dalla Libia dovesse tornare a intensificarsi.

Come l’Italia, anche la Francia e la Germania del resto devono fare i conti con la propaganda delle rispettive opposizioni di estrema destra, sempre pronte a cavalcare un tema come l’immigrazione. Commentando l’aumento degli sbarchi registrato a settembre, ieri Matteo Salvini non ha perso l’occasione per attaccare il governo: «Chi riapre i porti non fa un dispetto a Salvini, ma compie un atto ostile nei confronti degli italiani», ha detto il leader della Lega parlando a Gubbio nel corso di un’iniziativa elettorale.

Anche per questo Conte non vuole lasciare spazio a pretesti. «Dobbiamo far uscire il tema migratorio dalla propaganda, che diviene spesso una propaganda anti-europea», ha ripetuto il premier al termine dell’incontro con Macron, che a sua volta si è detto convinto della necessità di arrivare a «un meccanismo europeo automatico di accoglienza degli immigrati che consenta di permettere a Malta e all’Italia che prima dell’arrivo i migranti possano essere presi a carico».

Parole che tendono una mano all’alleato italiano e che puntano a lasciarsi alle spalle i contrasti avuti con il passato governo, ma non è detto che rappresentino un superamento delle diverse posizioni registrate fino a ieri tra i due Paesi. Parigi continua ìnfatti a pensare che i migranti tratti in salvo debbano essere sbarcati nel porto sicuro più vicino, vale a dire Malta o Italia, e successivamente distribuiti in Europa, mentre Roma vorrebbe attuare una rotazione dei porti che comprenda anche quelli francesi. Macron inoltre punta a prendere solo quanti hanno diritto alla protezione internazionale lasciando ai Paesi di primo ingresso tutti gli altri. Non proprio particolari secondari, sui quali pare di capire che non sarebbero stati fatti grandi passi in avanti.