Oggi per l’Unità è il giorno del giudizio. L’assemblea dei soci della srl editrice, cioè i costruttori Pessina e il Pd, decideranno se ricapitalizzare o andare in liquidazione.

I Pessina con questi patti parasociali (in cui il Pd di fatto sceglie il direttore e tutto il resto) non ci stanno (leggi qui, di tutto di più, nda). Il partito, dal canto suo, è pronto a mollare il quotidiano per una labile «terzia via», più house magazine che giornale.

In una intervista a Prima comunicazione il presidente dell’editrice Chicco Testa dice apertamente: «Se oggi potessi dare un consiglio al Pd sarebbe quello di rinunciare all’Unità come giornale d’informazione e pensare semmai a un periodico ‘leggero’ capace, come lo fu la vecchia Rinascita, di elaborare e far circolare idee, consigliare letture e riassumere documenti importanti. Cosa che si potrebbe fare con pochi redattori».

La Fnsi ha incontrato il cdr dei giornalisti e segue con allarme la vertenza.

Anche se oggi i soci non decidessero per la liquidazione, il timore è di immediati tagli all’organico.