La possibilità di adottare i figli del partner resta, così come non viene toccato il diritto alla reversibilità della pensione, due punti che Ncd e Forza italia hanno fatto di tutto per abolire. Purtroppo resta anche l’ambigua espressione «specifica formazione sociale», frutto di un compromesso con i centristi e i cattolici del Pd per definire le unioni civili. Ma la novità più grande è che dopo essere rimaste per mesi ostaggio dell’ostruzionismo del centrodestra le unioni civili escono finalmente dal pantano in cui si era trasformata la commissione Giustizia del Senato e approdano in aula. L’escamotage trovato per sbloccare la situazione è un nuovo testo presentato dai nove senatori Pd in commissione in alternativa al ddl Cirinnà. Più che uno strappo (parola che ai senatori dem non piace), si potrebbe definire un moto di orgoglio da parte di chi è stanco di subire l’ostruzionismo di quanti si ostinano a non voler equiparare le coppie etero a quelle omosessuali. «Finalmente usciamo dal pantano che è stato volutamente alimentato in commissione» si sfoga la senatrice Monica Cirinnà, relatrice del vecchio ddl. «In sei mesi di lavori chi voleva trovare una soluzione lo ha fatto, ma c’è stato chi ha preferito inondare la commissione di emendamenti ostruzionistici, e lasciamo perdere i dettagli puriginosi su cui ho dovuto lavorare». Furioso il centrodestra, che accusa il Pd di tradimento arrivando a ipotizzare conseguenze se non per la tenuta del governo, almeno per le prossime scadenze alle quali è chiamato il parlamento. «Sarebbe un errore politico- avverte l’Ncd Maurizio Sacconi – introdurre tensioni nella maggioranza in una fase dedicata alla riforma costituzionale e alla nuova manovra economica».
Il nuovo ddl – preparato con il via libera del premier Matteo Renzi – dovrebbe arrivare in aula il 14 ottobre, per essere discusso probabilmente a gennaio. Non si tratta di un testo «light», come l’ha definito qualcuno, piuttosto di un ritorno al passato, al vecchio testo sulle unioni civili approvato a marzo in commissione Giustizia da una maggioranza alternativa composta da Pd, Sel, M5s e ex grillini, voti ai quali oggi si aggiungono anche quelli dei 13 senatori di Verdini. Una maggioranza che adesso il Pd spera possa approvare il nuovo testo quando, secondo quanto prevede il regolamento, arriverà nell’aula del Senato insieme ad altri 11 ddl sulla stessa materia presentati in passato da altre forze politiche. «Sono abbastanza tranquillo che riusciremo a farlo passare» spiega il senatore Sergio Lo Giudice, tra i firmatari del ddl. «Del resto avevamo due strade: accettare che l’ostruzionismo proseguisse fino la termine della legislatura oppure decidere di andare in aula, come è già successo sulla riforma costituzionale o sulla buona scuola senza che Area popolare eccepisse nulla».
Tra i cambiamenti inseriti dalle nuove norme è previsto che le nuove coppie vengano iscritte nell’archivio dello stato civili e non più in un registro ad hoc per le unioni civili. Equiparazione di tutti i diritti sociali previsti per le coppie etero (come la reversibilità, contratti collettivi, diritti previdenziali e la possibilità di assistere il partner in caso di malattia). E restano anche le stepchild adoption, la possibilità di adottare il figlio biologico del partner. Con alcune limitazioni, come il divieto di adottare bambini terzi e i vincoli già previsti dalla legge 40 sulla fecondazione assistita. Un punto, quest’ultimo, sul quale Ncd ha scatenato una guerra ideologica parlando in maniera scorretta di «utero in affitto».

«Alleanza popolare parla a sproposito – dice il senatore dem Alessandro Zan – la stepchild adoption è stata legittimata anche dal tribunale dei minori di Roma che garantendolo a due donne lesbiche ha sostenuto che l’omogenitorialità è sana e meritevole di essere riconosciuta». Tema che però resta un punto critico anche per i cattolici del Pd, che pure hanno firmato il nuovo testo di legge. «La soluzione prevista non ci convince, pur se condividiamo la necessità di riconoscere la piena funzione genitoriale al partner del genitore naturale», affermano Emma Fattorini, Stefano Lepri, Maria Rosa Di Giorgi, Stefano Collina, Giampiero Dalla Zuanna e Mauro Del Barba.
Silenzio sulla mossa a sorpresa del Pd, da parte del leader di Ncd Agelino Alfano. Parlano invece i suoi colonnelli. Sacconi: «Si ripropone la genitorialità delle coppie omosessuali e la implicita legittimazione dei figli comprati con l’affitto dell’utero di donne povere». Roccella: «E’ evidente che il Pd non è interessato a cercare un accordo con l’alleato di governo».